È una comunità addolorata quella di Avezzano, fortemente provata dal dramma che l’ha colpita, la morte dei 4 escursionisti sul monte Velino ha scosso tutti. Per giorni, dal 24 gennaio scorso, si è sperato nel miracolo, speranze che con il trascorrere delle ore sono andate via via affievolendosi. Purtroppo con il ritrovamento dei corpi ci si è trovati dinanzi alla cruda e terribile realtà. Valeria Mella, 25 anni, Gianmarco Degni,26 anni, Gian Mauro Frabotta, 33 anni e Tonino Durante, 60 anni, non ci sono più. Le loro vite sono state spezzate da una valanga che li ha travolti in una domenica di gioia e serenità che avrebbero voluto trascorrere insieme in montagna, condividendo la stessa passione.
Nella Cattedrale di San Bartolomeo, in piazza Risorgimento, è stata allestita la camera ardente che resterà aperta fino alle 13, mentre alle 15 di oggi, nel rispetto della normativa anticovid, saranno celebrati i funerali dal vescovo dei Marsi, Pietro Santoro. Una città in lutto e vicina al dolore dei familiari dei 4 escursionisti.
Da ieri il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, ha proclamato il lutto cittadino, il Gonfalone della città è listato a lutto, e sono state sospese le manifestazioni pubbliche e le attività di natura ludica e ricreativa, sospese dalle 15.00 alle 17:00 di oggi 22 (in concomitanza con la celebrazione delle esequie) le attività commerciali e dei pubblici esercizi. L’amministrazione comunale ha invitato inoltre tutta la cittadinanza ad osservare, nella giornata di oggi, un minuto di silenzio nei luoghi di lavoro e nelle scuole. Una tragedia che ha lasciato con il fiato sospeso tutto l’Abruzzo e non solo, fino alla fine, balzando sulle cronache nazionali. Per 28 giorni sono andate avanti, seppur ostacolate dal maltempo, le ricerche dei soccorritori, quella macchina lodevole, tenace, infaticabile, di oltre 100 uomini appartenenti a Soccorso Alpino, Protezione civile e forze dell’ordine che, con l’ausilio delle unità cinofile e persino di un sonar, ha trascorso ore su quella montagna, a 1800 metri di altezza, per cercare di salvare i 4 avezzanesi, purtroppo l’epilogo è stato drammatico. Un impegno costante, prima per tentare di salvare i 4 escursionisti e poi, quando ormai ogni speranza si era spenta, per recuperare i loro corpi per restituirli alle loro famiglie. Da ieri in tanti sono in fila alla camera ardente per rendere omaggio alle vittime della montagna e dimostrare vicinanza ai loro familiari infranti dal dolore.