Pensava di essere al sicuro, a quasi sette anni dal furto ai danni di un tabaccaio di via Salara a Sambuceto di San Giovanni Teatino, il 32enne pescarese denunciato dai carabinieri della locale stazione. Invece è stato il suo D.N.A., rinvenuto sulla scena del crimine, ad incastrarlo definitivamente.
È una notte del giugno 2014 quando l’uomo, dopo aver rubato una macchina nei pressi della tabaccheria, ne sfonda la vetrina con un piede di porco: si conclude tutto in pochi minuti, perché arrivano i carabinieri che vedono distintamente una figura allontanarsi di corsa nelle campagne circostanti. Impossibile rintracciarlo, ma sul posto resta la macchina con gli attrezzi da scasso e un tubicino di carta stagnola arrotolato sulla quale vi è una traccia inconfondibile. Forse nell’attesa del momento giusto, il 32enne aveva assunto cocaina, da lì il tubicino repertato dai carabinieri, sul quale il R.I.S. di Roma ha trovato il D.N.A. del colpevole. Ci sono voluti anni perché l’uomo venisse identificato in quanto sottoposto al prelievo del DNA in carcere dopo esser stato arrestato in flagranza di reato per resistenza a pubblico ufficiale e rapina aggravata a Pescara: quando il suo DNA è stato inserito nella Banca Dati nazionale, è stato identificato con certezza quale autore anche del furto del 2014.