Successo per la rappresentazione teatrale “La Contesa”, portata in scena al Teatro Fenaroli di Lanciano dall’Associazione culturale il Ponte che si appresta a celebrare i suoi 40 anni di vita il prossimo anno.
Lo spettacolo, il cui testo è di Francesco Maria Angelucci, con la regia di Carmine Marino e le musiche di Luigi Friotto, è reduce dal debutto al FESTIVAL TEATRAMM di Roma dove ha ottenuto ben tre premi prestigiosi quali, il miglior testo inedito, migliore colonna sonora ed il premio di miglior regia. Sabato e domenica scorsi lo spettacolo è approdato a Lanciano dove è piaciuto tantissimo, oltre al sold out, si sono registrati scroscianti applausi e standing ovation alla fine dell’esibizione.
La serata al Fenaroli esordisce con la presentazione dello spettacolo affidata a Evandra Pellicciotta che ha introdotto i tanti e profondi temi della rappresentazione Teatrale in pochi minuti e in maniera egregia.
Uno spettacolo che propone in chiave diversa i temi della passione di Cristo facendo emergere una duplice esigenza, comprendere cosa spinse Giuda a tradire Gesù e per quale motivo i Vangeli sinottici non abbiano dato spazio e risalto alla figura di questo apostolo e alle ragioni del suo gesto. La "contesa" è tra Caifa e Pilato, tra Oriente e Occidente, tra Gerusalemme e Roma
Da spettatore ci si ritrova a Gerusalemme, sul palco del Fenaroli trasformato in una scacchiera bianco e nera, con tanto di cavalli e re, nel bel mezzo del dibattito più scomodo della storia: quello tra Giuda, interpretato da Giovanni Martelli, Pilato impersonificato da Francesco Maria Angelucci e Caifa, interpretato Carmine Marino, che vengono presentati in modo profondamente umano e sorpresi nelle loro fragili debolezze e nei lati chiari e scuri. Molto toccanti e suggestive le musiche originali composte da Luigi Friotto.
La colonna sonora vede protagonista, con le sue coreografie, Nicoletta Damiani che ha danzato sul palco con grande leggerezza ed eleganza. La scenografia dello spettacolo, che a Roma ha ottenuto una Menzione Speciale, è di Filippo Iezzi, artista di fama europea che ha saputo, con semplicità ma grande eleganza, interpretare il progetto del regista Carmine Marino, una attenta elaborazione che, attraverso l'eterno gioco dei “bianchi” e dei “neri”, governa questo viaggio nelle emozioni. La Contesa lascia un finale aperto dove lo spettatore decide da che parte stare a seconda della propria cultura e sensibilità.
Ad interpretare il traditore di Gesù, Giuda Iscariota, Giovanni Martelli. Un ruolo di rilievo per l’attore da poco approdato nell’Associazione il Ponte, con un importante background che lo vede da anni con passione vivere il teatro e che ha saputo, nello spettacolo, lasciar emergere, con grande bravura, le sfaccettature della personalità, la lotta interiore tra il bene ed il male, di questa figura cosi discussa e così importante. Altro ruolo di rilievo e non facile quello di Pilato, ad interpretarlo Francesco Maria Angelucci, una recitazione molto ben curata e sentita nell'impersonificazione dell'insofferente e sofferente imperatore romano. E poi Caifa, il determinato e spietato sommo sacerdote del Sinedrio interpretato magistralmente da Carmine Marino, appassionato interprete e regista dello spettacolo.
Il ruolo di Claudia Procula, moglie di Ponzio Pilato, è stato intrepretato da Antonia Corbino, una figura anche questa affatto conosciuta che nello spettacolo assume una sua importanza, risultando colei che affascinata dalle parole del Nazareno cerca di farle comprendere ed apprezzare anche dal marito. Mentre il sinedrita, Doron, è Pierluigi Silvi, socio senior dell'associazione Il Ponte, dove negli anni ha ricoperto vari ruoli nelle diverse produzioni teatrali. Andrea Di Fonso ha vestito i panni di Baruc, uno dei sinedriti fidati del Sommo Sacerdote Caifa. Obiettivo di ogni interprete è quello non di trarre conclusioni ma indurre ad una riflessione.
“Voi non potete immagine l’emozione che abbiamo provato questa sera. Torniamo sulle tavole del palcoscenico dopo anni di assenza dovuti all’emergenza Covid, ma durante il lockdown abbiamo lavorato, non abbiamo fatto la Dad ma la Tad, il Teatro a distanza, pur di portare avanti questo lavoro. Indescrivibile poi l’emozione che abbiamo provato a Roma dove, su 80 compagnie, siamo rientrati tra le dodici finaliste e tra i 7 premi a disposizione ne abbiamo vinti tre, proprio noi, piccola realtà di Provincia. Abbiamo ottenuto anche due secondi posti, per i costumi e come migliore spettacolo in produzione.” Così, con orgoglio, il direttore artistico Carmine Marino sul palco del Fenaroli, rivolgendosi al pubblico presente, dopo aver ricevuto lunghi applausi e un caloroso standing ovation nella serata di anteprima, venerdì scorso.
“La riflessione che voglio fare è che quello che avete visto qui questa sera è stato scritto da un lancianese, è stato diretto da un lancianese, è stato musicato da un lancianese, le coreografie sono state realizzate da una persona che ha vissuto a Lanciano dove ha formato tante ragazze nella danza, le scenografie sono state fatte da un lancianese, quindi dico che a Lanciano la cultura e l’arte ci sono, bisogna solo scoprirle, farle lavorare e dar loro un po di fiducia perché credo che possiamo dare tanto, così come abbiamo dimostrato". Presenti al debutto lancianese del pluripremiato spettacolo Monsignor Cipollone ed il vicesindaco di Lanciano Danilo Ranieri. Lo spettacolo ha visto il patrocinio del Comune di Lanciano.
"È una grande Gioia poter essere qui al termine di questa manifestazione alla quale abbiamo partecipato. Ho apprezzato tantissimo ed ho ritrovato oltre alla Bibbia e al vangelo pagine dei vangeli apocrifi pagine di Don Primo Mazzolari, “Nostro Fratello Giuda", pagine di Giuseppe Berto, di Papa Francesco del magistero della chiesa e di alcuni vescovi. Veramente c’è un grande lavoro dietro grazie per questo spettacolo che ci avete donato. Così il vescovo della arcidiocesi Lanciano Ortona Don Emidio Cipollone.
“Quello romano è stato un successo inaspettato – commenta soddisfatto Carmine Paolini, Presidente dell’Associazione – ed ora l’emozione è ancora più grande nella nostra città, nel nostro teatro e con il nostro pubblico e credo che questo sia un buon preludio alle celebrazioni dei 40 anni di attività de “Il Ponte” nel 2022. Un traguardo che abbiamo potuto raggiungere grazie a voi e grazie ad una persona il cui nome è scolpito nei nostri cuori, Don Valentino Toffanin”.
Intanto visto il successo ottenuto nelle tre serate al Fenaroli l’Associazione ha annunciato che si sta pensando ad una replica.