“L'autorizzazione 2011/41 della Provincia di Chieti ha fissato un quadro delle prescrizioni alle emissioni non conforme a quelli di legge. E l'aggiornamento di questa autorizzazione, avvenuta con pratica 12964 del 17 giugno 2015, non ne corregge gli errati presupposti”. Tutto sbagliato, quindi.
E' la conclusione a cui giunge una verifica dell'Arpam (Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche) riguardo al travagliato iter autorizzativo che ha permesso la riattivazione, negli anni scorsi, di parte degli impianti dei Sansifici Vecere a Treglio (Ch), che erano stati precedentemente sequestrati e fermati dalla magistratura. La verifica dell'Arpam è stata disposta dai giudici del Tribunale amministrativo regionale di Pescara ai quali ha fatto ricorso il Comune di Treglio (Ch), guidato dal sindaco Massimiliano Berghella.
Dopo che, agli inizi del 2015, sono stati apposti i sigilli al Sansificio Vecere e alla centrale a biomasse della Gct (Gestione Calore Treglio) Srl da parte della Procura di Lanciano, perché inquinavano; i titolari, in data 7 aprile 2015, hanno presentato, alla Provincia di Chieti, la richiesta di “modifica non sostanziale” dei Sansifici Vecere. E questo per attivare una procedura d'urgenza che, con pochi adempimenti, avrebbe potuto portare alla possibilità di ottenere il dissequestro (per quattro volte già negato dal tribunale del Riesame) e la riattivazione dello stabilimento. In pratica è stata chiesta l'attivazione dell'essiccatore Buzzi3, il più moderno e l'unico che non era stato oggetto delle “attenzioni” e delle verifiche della Procura e dei suoi periti, al contrario di quanto avvenuto per i camini Buzzi1 e Buzzi2, le cui emissioni erano state ritenute con conformi alle leggi in materia ambientale. I Vecere, proprietari dell'impianto, volevano tornare ad essere operativi, mettendo in esercizio il Buzzi3, e con l'ausilio di una caldaia Gpl. Una “modifica sostanziale” secondo il Comune di Treglio; una modifica “non sostanziale” secondo i titolari dell'impianto, la cui tesi è stata avallata prima dalla Provincia e poi dall'Arta, Agenzia regionale per la tutela ambientale dell'Abruzzo. Grazie a questo parere “favorevole” di Arta e Provincia, che modificò le autorizzazioni precedentemente rilasciate, i Vecere ottennero il dissequestro parziale dell'impianto ed iniziarono la campagna olearia 2015-2016. “Ma il Comune – spiega il sindaco Berghella – a tutela del territorio e della salute dei cittadini, convinto che ci fosse un grosso errore, si è rivolto al Tar, che ha disposto la verifica dei procedimenti amministrativi e dei controlli effettuati da Arta e Provincia e ha affidato una verifica all'Arpam. Verifica, appena depositata, e che ci dà ragione. Quelle erano “modifiche sostanziali”, per ciò l'iter autorizzativo avrebbe dovuto seguire un altro corso, molto più complesso ed irto”. Le risultanze delle verifiche Arpam saranno discusse a giugno dinanzi al Tar.