Il progetto - che ha avuto come capofila per l’Università di Teramo il Dipartimento di Bioscienze e tecnologie agro-alimentari e ambientali - ha permesso la creazione di una rete di formazione transnazionale, ha riunito le principali istituzioni accademiche, aziende di punta e esperti di settore di tutta Europa e ha favorito strette collaborazioni tra il mondo accademico e l’industria, rafforzando la posizione dell’Europa come leader globale nell’innovazione tecnologica nel settore medico.
«La rete BioInspireSensing - ha spiegato Enrico Dainese, direttore del Dipartimento e coordinatore del progetto dell’Università di Teramo insieme a Sergio Oddi - ha offerto opportunità formative uniche a 11 giovani ricercatori in fase iniziale dotandoli delle competenze e dell’esperienza necessarie per contribuire in maniera significativa nei settori dei dispositivi medici e della biotecnologia. Questi giovani ricercatori hanno acquisito esperienza pratica in diversi ambiti, tra cui biochimica, biologia molecolare, ingegneria e scienza dei materiali, collaborando anche direttamente con aziende leader del settore. Inoltre, sono stati forniti loro strumenti per lo sviluppo delle competenze trasversali, preparando così i ricercatori per carriere ad alto impatto sia in ambito accademico che industriale».
Il progetto ha fornito importanti intuizioni sui canali ionici, progettando, caratterizzando e selezionando nuovi mutanti del canale ionico ASIC1a per il rilevamento del pH e mutanti del canale ionico TRPM8 per il rilevamento della temperatura. È stata ottimizzata l'integrazione di specifici canali ionici in membrane biomimetiche. Inoltre, è stata sviluppata con successo una piattaforma biomimetica per supportare colture cellulari in forma di sfere 3D in condizioni di perfusione, simulando ambienti in vivo».
«Questa piattaforma - ha aggiunto Dainese - rappresenta uno strumento prezioso per la validazione preclinica dei sensori, con potenziali applicazioni nella ricerca sul diabete, sulle malattie renali e sul microambiente tumorale. Il progetto ha anche portato allo sviluppo di un sistema di riconoscimento basato su peptidi di colesterolo, insieme ad altri biosensori e immunosensori utilizzanti punti quantici di carbonio funzionalizzati. Questi sistemi consentono la rilevazione di analiti come dopamina e biomarcatori per la diagnosi precoce della trombosi, dimostrando un forte potenziale per valutare la funzionalità e l’affidabilità dei sensori».
Sulla base di questi risultati, le future ricerche potranno concentrarsi sul miglioramento della sensibilità e della specificità dei sensori a base di canali ionici per applicazioni biomedicali più ampie. L’ulteriore ottimizzazione delle membrane biomimetiche e delle piattaforme per colture 3D potrebbe consentire una modellazione più accurata di ambienti fisiologici complessi, migliorando le capacità di modellazione delle malattie e lo screening dei farmaci.