Infatti, i Forestali operanti, che si erano recati sul posto a seguito di una segnalazione per un vasto incendio in atto, hanno subito proceduto alla ricognizione del territorio incendiato sentendo diversi testimoni residenti nella zona.
Avendo acquisito da questi ultimi utili elementi di indagine ed avendo applicato nella zona così circoscritta il Metodo delle Evidenze Fisiche per verificare l’effettivo andamento sul terreno delle fiamme, sono risaliti ad un edificio rurale adibito a ricovero di equini, presso il quale hanno identificato un cumulo di letame secco misto a rifiuti, costituiti da ritagli di pannelli di alluminio e materie plastiche, completamente bruciati.
Alla base del cumulo è stato trovato anche un barattolo metallico all’interno del quale era ancora visibile del materiale cartaceo bruciato, presumibilmente utilizzato come innesco del rogo dei rifiuti e, forse a causa del vento, del successivo incendio boschivo che ne è derivato.
Pertanto, per assicurare le prove alla Giustizia, sia il cumulo di rifiuti bruciato inizialmente che il barattolo di metallo usato come innesco sono stati posti sotto sequestro e l’allevatore, proprietario del terreno, deferito all’Autorità Giudiziaria competente alla quale, oltre agli atti del sequestro, sono state trasmesse, nell’immediatezza dei fatti, anche alcune foto realizzate durante il sopralluogo.
“L’indagato”, ha dichiarato il Comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara, “rischia ora da uno a cinque anni di reclusione per l’incendio boschivo colposo, aumentabili se vi siano dei danni ad aree protette, e da due a cinque anni per la combustione illecita dei rifiuti”.