“Le 25 famiglie che nel 2017 sono state costrette a lasciare le loro case di via Lago di Borgiano per inagibilità e che ancora oggi non hanno un tetto sulla testa avranno la priorità, com’è giusto che sia, nella procedura di assegnazione degli alloggi popolari che si renderanno liberi. I primi appartamenti che saranno disponibili saranno per quei nuclei, e per ciascun caso valuteremo l’idoneità tenendo conto anche di esigenze specifiche, come la presenza di disabili, malati o altro. L’obiettivo è quello di restituire a ognuno la propria dignità, perché non è concepibile che quelle famiglie siano state costrette a vivere dentro un albergo per 2 anni e 3 mesi, senza alcuna privacy né autonomia, e in questo caso la responsabilità è della giunta comunale che ci ha preceduto”. È la replica dell’assessore alla Politica della Casa Isabella Del Trecco all’interrogazione urgente presentata in Consiglio comunale dal consigliere Pd Stefania Catalano circa il ‘caso’ delle assegnazioni di alloggi popolari alle 25 famiglie ancora senza casa delle circa 82 sgomberate nel 2017 dalle tre palazzine di via Lago di Borgiano dichiarate a rischio collasso. “L’inderogabile rispetto della legge è il requisito che muove la nostra azione amministrativa, e la vicenda merita senza dubbio un chiarimento – ha ribadito l’assessore Del Trecco -. Innanzitutto ricordiamo che nel 2017 la Labortec, che aveva eseguito indagini strutturali sulle tre palazzine, ha dichiarato l’inagibilità per i tre edifici, specificando anche, in modo puntuale, che tale condizione non era stata determinata dal terremoto, questo significa che le famiglie non avrebbero avuto diritto né al CAS né a nessun altro tipo di sussidio, e questo riguarda l’azione amministrativa della giunta Alessandrini. È evidente, però, che ragioni di umanità ci impongono di sostenere quelle famiglie che si sono viste private della loro casa incolpevolmente, lo impone al Comune, ma anche all’Ater che è proprietaria di quelle palazzine e che fa capo alla Regione. Questo significa che nel 2017 la Regione, a fronte di una simile emergenza, avrebbe dovuto dotare l’Ater di quelle risorse finanziarie utili per ripristinare subito l’abitabilità dei propri appartamenti vuoti per restituire una casa a quelle famiglie finite in mezzo alla strada, e invece ha preferito pagare Cas e versare altri contributi a spese della collettività. Quando ho preso in mano la pratica mi sono ritrovata con famiglie che hanno firmato per più di 3 volte la rinuncia all’alloggio e questo la legge non lo permette, il Comune, dal canto suo, non legifera e, nell’assegnazione di casa, deve attenersi a quanto disposto dalla legge 96/96, dunque non si possono improvvisare fantomatiche estrazioni fuori bando né altre trovate machiavelliche. Le famiglie di via Lago di Borgiano hanno una priorità in quanto messe fuori casa per inagibilità di 3 palazzi e hanno una propria graduatoria sulla base dell’antichità dell’assegnazione, ma niente altro. La giunta Masci oggi ha semplicemente ripristinato il rispetto della legge con l’obiettivo di restituire alle 25 famiglie una casa al più presto perché è vergognoso che dopo 2 anni e 3 mesi vivano ancora in albergo e pure fuori Pescara. Per questo è chiaro che le prime case che si libereranno saranno assegnate a quelle 25 famiglie, per noi non esistono cittadini di serie A o serie B, ma solo cittadini che stanno vivendo un disagio che dobbiamo affrontare. Ovviamente nella scelta degli inquilini – ha aggiunto l’assessore Del Trecco – andremo a valutare condizioni oggettive e soggettive, ovvero non accadrà mai che un soggetto con problemi cardiaci si veda assegnata una casa a un piano alto e senza ascensore, chiaramente quella famiglia dovrà andare in un piano terra o in un edificio dotato di ascensore. E infatti in occasione dei primi sfratti di abusivi in via Lago di Capestrano, uno degli alloggi è stato assegnato a un cittadino affetto da sclerosi multipla che da anni non poteva uscire di casa. C’è dunque una legge che va rispettata e penso che nessun consigliere comunale possa chiederci di violare la norma. Però un sassolino me lo voglio togliere – ha infine detto l’assessore Del Trecco -: qualcuno dice che quelle 25 famiglie non vogliono andare in quartieri che presentano ‘criticità’. Mi spiace dover ricordare che su un quartiere specifico, Villa del Fuoco, c’era un progetto di riqualificazione predisposto dal centrodestra che prevedeva di abbattere il blocco centrale del ferro di cavallo per restituire aria, permeabilità al territorio ed eliminare il degrado. Purtroppo l’amministrazione successiva di sinistra ha cancellato quel progetto condannando il ferro di cavallo a ciò che vediamo oggi. Sotto il profilo sociale, infine, è chiaro che portare la legalità, anche attraverso assegnazioni regolari e legittime delle case, in quel quartiere è l’unico strumento che abbiamo per contrastare le criticità, e su questo chiedo l’unanimità di tutto il consiglio comunale, maggioranza e opposizione”.