Il pubblico ministero Anna Rita Mantini ha chiesto la condanna all'ergastolo per Mirko De Martinis, accusato di aver ucciso la convivente Alina Cozac, strangolandola in casa a Spoltore nella notte del 22 gennaio
2023.
Lo ha fatto al termine di una requisitoria durata un paio
di ore, ed aperta dal procuratore capo della Repubblica di
Pescara, Giuseppe Bellelli, nel processo in corso davanti alla
Corte d'Assise di Chieti, presidente a Guido Campli, giudice a
latere Luca De Ninis. Bellelli in quello che ha definito il suo
prologo ha chiesto di riascoltare le due telefonate intercorse
la notte dell'omicidio fra l'imputato e il 118, sottolineando la
diversità dei toni fra la prima e la seconda.
Per l'accusa il movente dell'omicidio, provocato da asfissia
meccanica violenta, i cui segni sono da rintracciare nelle
infiltrazioni ematiche al collo della donna, è da ricercare nel
fatto che la Cozac avesse deciso di lasciare il convivente per
trasferirsi, proprio quel giorno, a casa di un'amica. Per il pm
Mantini "Alina cercava e sognava una rinascita, una prospettiva
che le è stata negata con violenza senza alcun pentimento da
parte dell'imputato. Negli ultimi mesi era arrivata a temere il
compagno per ogni piccola cosa, per ogni banalità, non parlava
con De Martinis cancellava le tracce delle sue chiamate
telefoniche, evitava di sgarrare gli orari di rientro a casa -
ha aggiunto il Pm - , abbiamo ricostruito la classica condizione
dell'abuso psicologico, abuso delle relazioni sentimentali e
parentali, quell'abuso che l'aveva convinta all'abbandono di De
Martinis".Di avviso opposto il difensore, l'avvocato Michele
Vaira che alla fine ha chiesto l'assoluzione perché il fatto non
sussiste.
"È documentalmente provato che quel giorno Alina non doveva
andare da nessuna parte - ha detto il legale - tutto emerge già
dalle indagini della Procura. Sulla prova scientifica ci sono
due posizioni inconciliabili, la consulenza della procura e
della difesa ma c'è un dato oggettivo: i consulenti della
Procura non hanno visto ciò che hanno visto i consulenti della
difesa. Se i miei consulenti sono dei visionari avrà ragione la
Procura ma se c'era una polmonite, una coronarite che possono
spiegare la causa alternative della morte, allora sono i
consulenti della Procura che dovrebbero spiegare il perché di
questa loro mancanza". In aula oggi erano presenti De Martinis,
e le sorelle della vittima, Octavia e Maria Magdalena, parti
civili insieme ai genitori e ai tre fratelli, assistiti dagli
avvocati Valter Biscotti, Alessandra Lepri e Fernando La Rovere.
Il processo è stato rinviato al 31 marzo per eventuali repliche. Fonte ANSA