È stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione un uomo accusato di maltrattamenti in famiglia, tentata estorsione (per un solo episodio) e lesioni personali nei confronti dei propri genitori, con i quali conviveva.
Il Tribunale di Chieti ha inoltre disposto per lui l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. L’uomo è stato assolto dagli altri episodi di tentata estorsione "perché il fatto non sussiste". La sentenza arriva dopo la richiesta del pubblico ministero Giancarlo Ciani, che aveva sollecitato una condanna più severa, pari a quattro anni e otto mesi di reclusione. Secondo l’accusa, l’imputato sottoponeva i genitori a continue minacce, violenze e atti intimidatori per ottenere denaro.
Li avrebbe costretti a vivere in uno stato di terrore, con quotidiani scatti d’ira e distruzione di oggetti domestici. In una circostanza, al rifiuto dei genitori di consegnargli il denaro richiesto, avrebbe minacciato di farli picchiare da altre persone, scagliando a terra suppellettili e colpendo il padre con uno schiaffo. In un altro episodio, dopo un ulteriore rifiuto, avrebbe devastato l’abitazione danneggiando mobili e strappando cavi elettrici.