La chiusura si è resa necessaria per motivi di sicurezza, appena dopo la conclusione dei lavori di ristrutturazione della rianimazione che hanno, tra l’altro, consentito di eliminare anche l’amianto. “Nessuno ha tolto all’ospedale di Lanciano i posti letto di rianimazione che servono a Lanciano - ha detto il presidente Marsilio - al momento, ne sono operativi due che sono sufficienti per il fabbisogno dell’utenza ospedaliera e questo consente anche di garantire la funzionalità dei posti letto dell’Utic, la cui struttura dovrà subire importanti interventi di ristrutturazione. Il vero problema, - ha sottolineato Marsilio - è la carenza strutturale di anestesisti. Infatti, a chi grida allo scandalo perché non sarebbero più disponibili i sei posti letto iniziali di rianimazione, bisognerebbe anche spiegare che il numero di quei posti letto era almeno tre volte tanto quelli previsti dalle normative sanitarie. Il fabbisogno assistenziale di emergenza-urgenza in rianimazione all’ospedale di Lanciano a servizio di tutta l’area frentana è, comunque, assicurato nonostante questo temporaneo ridimensionamento. Non è un caso - ha proseguito Marsilio - se poi questa rimodulazione dei posti letto abbia consentito addirittura di raddoppiare il numero degli interventi chirurgici effettuati all’ospedale di Lanciano dal momento che gli anestesisti sono stati riconvertiti nell’attività di assistenza in sala operatoria”.
Al vertice sulla sanità, oltre al presidente Marsilio, che ha incontrato il sindaco di Lanciano, Filippo Paolini, la giunta comunale e i consiglieri di maggioranza, hanno partecipato anche l’assessore alla salute, Nicoletta Verì, l’assessore alle attività produttive, Tiziana Magnacca, il direttore generale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, Thomas Shaell, ed il consigliere regionale, Nicola Campitelli.