Ci sarebbe un arresto anche a Chieti, si tratta di un uomo albanese residente in città, nell'ambito dell'Operazione antidroga della Guardia di Finanza di Torino e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) delle Fiamme Gialle condotta in tutta Italia, che ha permesso di smantellare due organizzazioni criminali dedite al traffico di droga con basi a Torino e Alessandria.
Dall'alba di oggi 120 finanzieri stanno dando esecuzione in varie Regioni italiane Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Abruzzo a un’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo piemontese che ha disposto la custodia cautelare in carcere delle 24 persone gravemente indiziate di far parte di due distinte associazioni per delinquere finalizzate al traffico e alla commercializzazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti (principalmente cocaina e marijuana).
Le investigazioni - curate dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino, anche congiuntamente allo SCICO - sono state caratterizzate dal ricorso a complessi e articolati accertamenti di polizia giudiziaria, con intercettazioni telefoniche e ambientali ed estese attività di osservazione e pedinamento, pervenendo alla raccolta di significativi elementi indiziari circa l’esistenza di due presunti sodalizi criminali, composti da soggetti italiani e albanesi, che, in ipotesi d’accusa, avrebbero commesso plurimi reati connessi all’importazione e al traffico di stupefacenti.
In particolare, il primo dei due gruppi, avente un’organizzazione stabile e ben delineata, è risultato avere base logistica in Torino e centro di interessi nel capoluogo piemontese e nei comuni dell’area nord della città, con ramificazioni e collegamenti con altre province piemontesi e Regioni limitrofe. Il gruppo aveva una consolidata rete di approvvigionamento e distribuzione, con sodali incaricati di acquisto, stoccaggio, lavorazione e successiva commercializzazione della sostanza. Le comunicazioni tra i componenti del sodalizio avvenivano tramite apparati cellulari di prima generazione, appositamente dedicati. È emersa, inoltre, la capacità di fronteggiare emergenze logistico-organizzative, mediante la sostituzione dei corrieri allorché venivano tratti in arresto e la prosecuzione delle attività illecite nonostante il sequestro di partite di stupefacente e l’arresto di fornitori.
L’organizzazione, che si occupava principalmente del traffico di cocaina, è risultata avere una vasta rete di clienti, ubicata non solo in Piemonte (nelle province di Torino, Asti e Cuneo) ma anche in Toscana (provincia di Lucca). A capo vi era un cinquantottenne albanese, da oltre 20 anni stabilitosi in provincia di Torino. Nel corso delle indagini condotte gli investigatori sono riusciti a individuare un secondo sodalizio, radicato in Alessandria, ricostruendone l’organigramma.
Questo gruppo ha rifornito di ingenti quantitativi di stupefacente l’omologo torinese. Il relativo promotore è stato individuato in un trentanovenne albanese, anch’egli da circa 20 anni sul territorio nazionale e stabilmente radicato nell’alessandrino, il quale, tra l’altro, manteneva diretti contatti con i fornitori, dimoranti in Albania, e stabiliva i quantitativi da introdurre in Italia, in base alle necessità di mercato. L’organizzazione, che trafficava non solo cocaina ma anche hashish e marijuana, si occupava di effettuare stabilmente cessioni di stupefacenti in Piemonte (province di Torino, Alessandria e Novara) e occasionalmente anche in Lombardia (province di Pavia, Milano e Brescia) e Francia. Entrambi i sodalizi criminali disponevano di alloggi e luoghi idonei a occultare lo stupefacente e di un collaudato sistema per provvederne al trasporto e alla distribuzione, avvalendosi anche di veicoli modificati e dotati di appositi doppi fondi.
Nel corso delle investigazioni sono stati intercettati e sottoposti a sequestro, in più occasioni, non solo in Piemonte ma anche in Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Toscana e Veneto, complessivamente circa 45 kg di cocaina, 150 kg di marijuana, 1,5 kg di hashish e 900 mila euro in contanti. I quantitativi di sostanze stupefacenti sequestrati, se immessi sul mercato “al dettaglio”, avrebbero potuto generare introiti illeciti per almeno 6 milioni di euro. Ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, si evidenzia che il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Torino ha disposto il provvedimento restrittivo della libertà personale in argomento ravvisando in capo agli indagati i gravi indizi di colpevolezza nonché il pericolo di fuga e di reiterazione delle condotte criminali. L’attività svolta conferma il costante impegno assicurato dalla Guardia di Finanza nel contrasto dei traffici illeciti di sostanze stupefacenti, a tutela della collettività.