L'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, è stato condannato a un anno e otto mesi per omissione di atti d'ufficio e falsità ideologica, nel processo d'appello per la tragedia di Rigopiano, avvenuta il 18 gennaio del 2017 e costata la vita a 29 persone che morirono nell'hotel travolto da una valanga.
La decisione dei giudici della Corte d'Appello dell'Aquila, presieduta da Aldo Manfredi, è arrivata al termine della camera di consiglio durata quasi 5 ore. Nel primo grado il prefetto era stato assolto, come altri due imputati anche loro condannati oggi in appello, si tratta del tecnico comunale Enrico Colangeli (pena 2 anni e 8 mesi), per omicidio colposo e lesioni plurime e del dirigente della prefettura di Pescara, Leonardo Bianco, (pena 1 anno e 4 mesi), per falso.
Confermate in appello le 5 condanne di primo grado. Al sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, a due anni e otto mesi di reclusione; al dirigente del settore viabilità della Provincia di Pescara e il responsabile del servizio viabilità dell'ente, Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio (3 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno); l'ex gestore dell'albergo della Gran Sasso Resort & SPA, Bruno Di Tommaso, e Giuseppe Gatto, redattore della relazione tecnica per l'intervento sulle tettoie e verande dell'hotel, ai quali è stata inflitta dal gup una pena di sei mesi di reclusione ciascuno. Confermate in appello 22 assoluzioni.