Non si e' presentato in aula Giuseppe Cantagallo, il supertestimone del processo riguardante la realizzazione della strada statale 81, nota come Mare-Monti.
Cantagallo ha, infatti, inviato un certificato medico e sara' quindi citato nuovamente dal pm per essere ascoltato dal Tribunale collegiale di Pescara nel corso della prossima udienza fissata per il 24 settembre. Nel procedimento inizialmente erano imputati Luciano D'Alfonso, nelle vesti di ex presidente della Provincia di Pescara, gli imprenditori Carlo, Alfonso e Paolo Toto, e altre sette persone. Tutti gli imputati il 24 aprile scorso sono stati, infatti, prosciolti per intervenuta prescrizione. Il processo va ora avanti relativamente ai presunti illeciti amministrativi, che pero' riguardano soltanto le societa' coinvolte. Il supertestimone Cantagallo rischia di finire sotto processo perche' e' accusato di tentata estorsione ai danni di D'Alfonso. Un tentativo di estorsione che si sarebbe consumato con una mail che lo scorso 16 novembre Cantagallo ha scritto a D'Alfonso. "Avendo ricevuto l'avviso di comparizione in Tribunale - e' scritto nel testo - se tu vuoi che non venga penso che sia arrivato il momento che tu mi liquidi la somma di euro 130 mila sul conto che ti indico". I legali di D'Alfonso e di Toto, tra l'altro, hanno impugnato la sentenza di prescrizione emessa dal Tribunale collegiale sostenendo che, essendo evidente la prova dell'innocenza, la formula assolutoria doveva prevalere sulla dichiarazione di intervenuta prescrizione. Per quanto riguarda l'udienza di questa mattina, il presidente del tribunale collegiale, Rossana Villani, ha rigettato la questione di legittimita' costituzionale sollevata dai legali delle difese, che sulla base di varie argomentazioni di natura giuridica chiedevano l'estinzione del procedimento relativo all'accertamento degli illeciti amministrativi. Subito dopo sono stati ascoltati i testimoni citati dal pm, alcuni dei quali sono gia' stati sentiti precedentemente e, quindi, sono stati chiamati a confermare le proprie dichiarazioni in seguito alla mutata composizione del collegio. Tra i testimoni di oggi anche l'ingegnere Vincenzo Consalvo, un ex dipendente della Toto, che sollecitato dal pm e poi dal giudice a latere ha parlato di una telefonata della mattina del 9 luglio 2009 intercorsa con Cesare Ramadori, del cda della Toto Spa. "Il presidente Ramadori - ha sostenuto Consalvo - mi disse che sul pc che mi era stato messo a disposizione c'erano cose strane. Mi chiese di liberarmi del pc ed io lo feci. Per me e' stata una cosa sciocca, perche' ho perso molti dati - ha aggiunto Consalvo -. Per lui c'erano cose strane, ma non per me". Sul banco dei testimoni e' salito anche Raniero Fabrizi, all'epoca dirigente del Provveditorato alle opere pubbliche di Roma, il quale ha disconosciuto la propria firma su alcuni avvisi di fatture. Altri due testimoni, l'ingegnere Paolo Cuccioletta, della societa' Archingroup, e il geometra Aurelio Di Renzo, hanno invece parlato dei vari passaggi relativi alle diverse fasi della progettazione e dei rilievi. Tra i testimoni, infine, anche l'ingegnere Dino Centorame, all'epoca responsabile delle adduttrici dell'Aca.