II problema è certamente complesso e difficile da risolvere nell'immediato, caratterizzato com'è da aspetti di ordine economico, sanitario e ambientale che s'intrecciano e che disegnano una drammatica realtà.
I mezzi d'informazione si occupano quasi ogni giorno, ormai, di inquinamento: reti fognarie vecchie e inadeguate che si spaccano e che scaricano i propri liquami nei fiumi, depuratori che non funzionano, addirittura fossi che da tempo scaricano direttamente nei fiumi, trasformandoli in vettori di malattie che stanno uccidendo il nostro mare. L'estate scorsa, in modo particolare, abbiamo pagato le conseguenze di lunghi anni trascorsi senza affrontare adeguatamente il problema, sia per mancanza di finanziamenti, sia per mancanza di volontà e scarso interesse (le fognature non si vedono..stanno sottoterra). Il depuratore di Francavilla (Fosso Pretaro): se funziona regolarmente ed è oggetto di costante manutenzione dovrebbe scaricare, e quindi smaltire in mare aperto, solo le acque depurate, senza mai arrivare al cosiddetto stato di Sfioro" o "troppo pieno". Sono attualmente in corso lavori di ripristino della condotta esistente che porta le acque depurate in mare aperto ad una distanza di circa 2000 metri dalla costa; tale condotta attualmente presenta problemi a circa 100 metri dalla riva, una volta riparata o completamente sostituita eliminerebbe le condizioni di inquinamento che potrebbero verificarsi solo allorquando, come già detto, si verificasse la condizione di sfioro o troppo pieno in presenza di acque di prima pioggia o di malfunzionamento delFimpianto o avaria delle pompe. La suddetta condotta relativamente alla condizione di sfioro o troppo pieno, dovrà essere monitorata costantemente tutto Fanno e in particolar modo durante la stagione balneare. Il Fosso Vallelunga: è un fosso consortile che va attentamente controllato per verifìcare la presenza di scarichi non trattati, soprattutto quelli provenienti dal collettore Colle Breccia contenente gli sfiori delle fogne del tratto strada provinciale San Silvestre, nonché lo sfioro delle fognature di via Casone, oltre agli insediamenti abitativi che si affacciano sul versante delle colline di San Silvestre (dopo via Colle Renazzo), Colle San Donato, Colle Pineta. F inoltre richiesta, almeno ogni anno e non oltre aprile, la ripulitura del suo letto nel tratto dal cimitero alla foce; foce la cui vegetazione ripariale versa oggi in stato di abbandono per la presenza di rifiuti. Il Fiume Pescara. Rappresenta un problema molto più complesso in quanto in esso confluisce di tutto, dalle immissioni potenziali, i c.d.tlsiìori'o"troppo pieni', alle immissioni abusive, come già accennato alFinizio. Il sistema fognario della zona sud della città (a destra del Fiume Pescara) si basa principalmente sul drenaggio dei cosiddetti Canali Bardet e loro affluenti e ramificazioni, confluenti nel fiume in tre punti diversi; per questo motivo in corrispondenza di dette foci ci sono tre vasche interrate dove vengono raccolte le acque di magra e di prima pioggia, oltre alle acque bianche. Questi canali (Bardet 1°- 2° e 3°) originariamente destinati a drenare le acque meteoriche che impaludavano il territorio pianeggiante a sud del fiume Pescara, gradualmente sono stati trasformati in collettori per acque miste con il progredire delFurbanizzazione ed in mancanza di fogne separate. Le acque di questi canali attraverso queste vasche, pompe sommergibili e condotte in pressione, vengono inviate verso il depuratore della città; ognuna di queste tre vasche presenta uno scaricatore di piena, cosiddetto sfioratore. Nel territorio di Portanuova esiste inoltre una rete fognante cosiddetta'huovd', indipendente dai Canali Bardet, costituita da tubi in grès che insieme alla vecchia rete - per lo più costituita da tubi di cemento che attraverso un sistema di impianti di sollevamento immettono le acque reflue in un collettore principale in cemento-amianto di grossa dimensione- confluise il tutto al pozzetto di disconnessione detto'Mannelli' (dove arriva anche il collettore golenale) con almeno due sfioratori in corrispondenza degli ultimi due impianti (chiamati 8 e 9). In viaTavo è posizionato anche, a circa 800 metri dopo il pozzetto di disconnessione Mannelli, rimpianto di sollevamento numero 6 che ha una propria condotta di sfioro e che viene ad immettersi nel fiume alFaltezza del ponte della Libertà (Capacchietti). I Collettori A.C.A. (di acque bianche e nere) di via Alento e via Lago di Campotosto, invece, confluiscono negli impianti IS2 e IS3 (Golenali), dove le acque reflue e bianche di prima pioggia, vengono inviate a depurazione, sfruttando, qualora si verificasse la condizione di sfiorare nel fiume, la paratoia a contrappeso esistente sul Bardet 3. Come già sopra accennato, nella zona sud del fiume esistono anche i cosiddetti Collettori Golenali di salvaguardia, che attraverso gli impianti IS1 - IS2-IS3- IS4-IS5 e ISD portano le acque reflue, attraverso Fultimo impianto 9, al depuratore. Nella zona del centro storico (Bagno Borbonico) esiste un ulteriore impianto di sollevamento, con sfioratore, le cui acque, provenienti dal centro storico di via delle Caserme e corso Manthonè, vengono inviate a depurazione. Il nostro depuratore riversa le proprie acque depurate nel Fosso Gavone che comunque, riceve le acque bianche e nere di via della Torretta nonché l'eventuale sfioro dello sbarramento che convoglia le acque miste nelFultimo impianto di sollevamento esistente dietro alla ex GIR o Cogolo. In buona sostanza, anche il Fosso Gavone immette potenzialmente nel fiume acqua inquinata. Sintetizzando si può affermare che solo nella zona sud del fiume si contano almeno sette sfioratori certi, oltre a due immissioni dubbie come il_Fosso Gavone (posizionato prima del depuratore) ed il Fosso Molino (posizionato dopo il depuratore). Il sistema fognario della zona nord (a sinistra del fiume Pescara) invece presenta uno scenario diverso, con il Collettore Rivierasco (di forma scatolare) che partendo da via Solferino (a nord di via Cavour) e lungo la riviera nord per una lunghezza di circa 3500 mt., raggiunge il molo nord nell'impianto di sollevamento B-Zero costituito da un vascone interrato 16,00 x 8,00 e profondo 9,00 mt., provvisto di una soglia sfiorante al di sopra della portata dell'impianto stesso; in esso confluiscono le acque di magra, di prima pioggia e piovane a sinistra del fiume Pescara, ivi compresi gli scarichi delle colline a partire dalla zona di piazza Duca degli Abruzzi e di tutta la zona centrale della città. Questo collettore denominato semplicemente B-0, attraverso rimpianto di sollevamento sopra descritto, invia le proprie acque ai successivi impianti che sono posti in via del Concilio, in zona Rampigna, in piazza Pierangeli e sotto il ponte della Libertà (Capacchietti). Nella zona collinare esiste anche un sistema fognante denominato 'Collettori Collinari"che, mediante tubazioni e scatolari di grosse dimensioni, intercettando tra gli altri anche il Fosso Colli Madonna, fanno giungere le acque di magra, le acque di prima pioggia e le acque bianche ad un altro impianto posizionato in via delle Mainarde, che a sua volta invia tutto alFimpianto detto dì Capacchietti. Sempre in sinistra idraulica del Fiume, comprendente una zona che si estende dal versante est di via Colli Innamorati, via Fonte Romana e fino al confine con il comune di Spoltore, esiste un insieme di fognature che confluisce le proprie acque sempre alFimpianto denominato'Capacchiettr. Quest'ultimo impianto, attraverso una condotta premente posizionata sotto le campate del ponte della Libertà, scavalca il fiume Pescara raggiungendo il collettore golenale in destra idraulica attraverso il sollevamento IS5. Tutti questi impianti, come già detto per il B-Zero, sono dotati di sfioratori e condotte di sfioro e precisamente: B-Zero, ex museo ittico, via Gobetti (impianto di via del Concilio), Lungofiume Nord -zona Comune (impianto del Rampigna), via Gran Sasso-zona Liberatoscioli (impianto di Pierangeli oltre alla fognatura del tratto di via Gran Sasso). A questi vanno aggiunti altri scarichi, quelli che si ricordano essere situati lungo la sponda idraulica sinistra e che sono rappresentati principalmente dalla fognatura di scarico del palazzo comunale, dalla condotta per acque bianche delle stazione ferroviaria. Questi scarichi sono già stati intercettati dal DK15 nelFestate scorsa e confluiscono in una vasca di raccolta in attesa di essere convogliati verso il collettore golenale esistente di là del fiume, attraverso la condotta in pressione che sarà posizionata sotto la campata del ponte in costruzione nella zona Liberatoscioli. Nel frattempo la vasca di raccolta dovrà essere costantemente svuotata per evitarne lo sversamento nel Pescara. Il sistema di fogne, localizzato sul versante ovest di Colli Innamorati, che confluisce nella zona di confine di Villa Raspa e che presenta una condotta di sfioro del diametro di 250 mm., localizzata alFincirca dietro il vivaio Valpescara in via del Circuito, come gli sfiori di via Valle Roveto (impianto di via Le Mainarde), via Valle Roveto nei pressi della ossidazione anodica (fosso Colli Madonna) e via Valle Roveto (impianto di Capacchietti), non sono attualmente intercettati dal DK15, pertanto confluiscono nel fiume. Facendo quindi la somma di tutto, cioè sfioratori e fogne non intercettate, i potenziali scarichi nel fiume Pescara, sponda nord, dovrebbero essere almeno nove+uno, di cui cinque già intercettati da DK15. E tra la zona sud e la zona nord del fiume Pescara, esistono potenzialmente almeno diciannove immissioni inquinanti elencate nel modo seguente: Sfioratori o scaricatori di piena della Zona Nord - Collettore BO - Ex Museo Ittico (intercettato dal BK15). - Via Gobetti (intercettato dal BK15). - Ponte Risorgimento (sotto il Comune) (intercettato dal BK15). - Via Gran Sasso (Liberatoscioli) (intercettato dal BK15). - Via Le Mainarde - Via Valle Roveto - ossidazione anodica. (Può verifìcarsi in condizione di piena). - Ponte della Libertà (Capacchietti) - Via del Circuito (Zona Vivaio Valpescara) Sfioratori o scaricatori di piena della Zona Sud - Bardet I - Bardet 2 - Zona Bagno Borbonico - Bardet 3 con ACA e Golenale - Ponte della Libertà (Capacchietti), impianto di sollevamento 6 - Impianto di sollevamento 8 - Impianto di sollevamento 9 Scarichi dubbi della Zona Nord - Condotta acque bianche delle ferrovie -zona via Gran Sasso, (intercettato dal BK15). Scarichi dubbi della Zona Sud - Fosso Cavane - Fosso Molino La descrizione sommaria e sintetica delle reti fognarie di Pescara Centrale e Portanuova, occorre precisarlo, non comprende la possibile esistenza di immissioni minori ma ugualmente inquinanti, e prepara la strada alla comprensione del significato del progetto DK15 - INTERVENTI PER IL DISINQUINAMENTO DEL FIUME PESCARA, rendendo giustizia alla corretta informazione. Il progetto DK15 abbraccia un territorio molto vasto, ha il preciso obiettivo di eliminare le immissioni inquinanti causate dagli sfioratori e scarichi abusivi, raccoglierle e inviarle al depuratore di Pescara, intervenire sulle le reti fognarie di Spoltore e dei comprensori di Tocco da Casauria, Chicli S. Martino e PìanellaCepagatti. Il depuratore di Pescara crediamo sia stato stralciato da questo progetto in quanto, di recente, è stata indetta una gara d'appalto per interventi di potenziamento, anche con proposte migliorative riferite alle caratteristiche tecniche e funzionali dell'impianto stesso. E del resto non è una novità sapere che il nostro depuratore (che nel frattempo avrebbe dovuto essere potenziato e reso idoneo a servire una popolazione, tra residenti e fluttuanti, di circa 300.000 abitanti equivalenti) ha urgenza di interventi in merito alla capienza, all'affidabilità, all'abbattimento del rumore, alle emissioni in atmosfera in fase di esercizio, al trattamento dei fanghi, ecc. Il progetto DK15 non comprende, tuttavia, l'intercettazione del Fosso Molino, oggetto di recente interessamento della regione a seguito di segnalazioni dei cittadini. Fosso Molino proviene dal territorio di San Giovanni Teatino, passa sotto la pista aeroportuale e, prima di sfociare nel fiume Pescara, raccoglie un certo numero di scarichi visibili e parte degli scarichi di acque miste della zona industriale e artigianale pescarese, dove è presente anche la sede dell'Alo n. 4, l'ente funzionale della regione Abruzzo che controlla la gestione del servizio idrico integrato (captazione, distribuzione e depurazione delle acque). L'inquinamento provocato al fiume Pescara da detto fosso fu già segnalato il 26.1.2009 nella conferenza di servizi indetta dall'Aio 4 e recepito dall'impresa aggiudicataria dell'appallo. Un progetto di siffatte dimensioni richiederà per la sua completa attuazione un lempo tecnico di esecuzione non prevedibile e del quale abbiamo già avuto prova: il DK15, progettalo dall'ATO 4 e appallato nell'anno 2008 ha infatti conosciuto, per svariali molivi, la sua dala d'inizio solo nell'estate scorsa. E, ollrelullo, non va sollovalulata la difficoltà a reperire le ingenti risorse finanziarie necessarie per il suo complelamenlo. Il fiume e il mare non aspettano il DK15, dunque bisogna pensare a soluzioni valide che possano risolvere il problema alla radice. A nostro modesto avviso l'intervento da mettere subilo in canliere è l'abbattimento della Diga Foranea, il cosiddetto "lappo" evidenzialo già da molti anni. E infatti, prima della coslruzione della Diga Foranea, l'inquinamento del mare, in corrispondenza della foce del fiume Pescara era molto limitato; se si ricorda bene, le ordinanze riguardati i divieti di balneazione si riferivano a traiti di circa mt. 200 (più o meno) a nord e sud della foce del Pescara e di mi. 150 (sempre più o meno) a nord e sud della foce del Torrenle Vallelunga. Negli anni successivi invece, in parlicolar modo alla foce del Pescara, i dìvieli hanno man mano inleressato una zona di mare in estensione, nella zona nord, fino a via Mazzini, e nella zona sud, fino al Teatro D'Annunzio ed anche oltre. La causa dell'inquinamento in estensione nel tratto a nord della foce del Pescara, veniva all'epoca erroneamente attribuita alle immissioni in mare provenienli dagli impianti di sollevamento di via Balilla e via Mazzini, che in realtà erano stali dismessi e resi innocui già anni prima con la realizzazione del collettore BO. Era sufficiente, invece, prendere in considerazione le folo aeree e satellitari del periodo per rendersi conto delle gravi conseguenze causate al fiume dall'effetto "lappo": il gioco di correnli di superficie e sottomarine, infatti, provocava (e tutl'ora provoca) l'accumulo di grandi quantità di detriti che si depositano alla foce e che vengono spalmati a nord e a sud della stessa lungo la riva. A tal proposito si parla da alcuni giorni delFipotesi di realizzare una barriera mobile ^Serpentone) allo scopo di prolungare il molo nord, per portare le acque inquinate del Pescara verso il largo. Strutture del genere si conoscono da tempo, e se pur realizzate con materiali diversi (telo a doppio strato in poliestere e pvc), funzionano in modo simile alle panne oleoassorbenti usate per contenere Finquinamento superficiale da idrocarburi. La barriera in condizioni normali potrebbe anche servire allo scopo, ma il gioco delle correnti sottomarine che si forma tra i moli e la diga foranea, consentirebbe alla massa di acqua alFuscita dal porto canale di oltrepassarla e riportare le acque inquinane verso la riva. E oltre tutto potrebbe determinare situazioni di pericolo per la navigazione di pescherecci e imbarcazioni da diporto. Questa barriera, in definitiva, non da certezza del buon funzionamento e i 400.000 mila euro potrebbero essere utilizzati per finalmente avviare la demolizione della diga foranea. E dunque urgente, per avere il mare balneabile, dare priorità alla demolizione della Diga Foranea, affinchè venga prima possibile ristabilito il naturale deflusso del fiume Pescara verso il mare aperto, fermi restando tutti i programmi esecutivi di disinquinamento delle acque, ivi incluso la realizzazione di cartografìa informatizzata della rete fognaria della città di Pescara.