In strada il prossimo 19 maggio. E' il giorno fissato, dal Comitato dei sindaci e dalle associazioni ambientaliste - Noimessidaparte, Wwf Zona frentana e Costa teatina, Legambiente, Cai, Nuovo Senso Civico e Libera, presidio di Tornareccio - per la manifestazione di protesta contro gli impianti di trattamento di rifiuti pericolosi progettati in Val di Sangro, in territorio di Atessa (Chieti), nelle localita' Piazzano e Saletti.
Sono due i progetti contestati: quello presentato dall'impresa Eugenio Di Nizio di Mafalda (Campobasso) per la sterilizzazione di rifiuti infettivi e l'altro, della societa' Ecoeridania Spa di Genova, che vorrebbe riaprire la Ciaf, con la possibilita' di avviare un'attivita' di smaltimento di fanghi industriali, provenienti da aziende chimiche. Nei giorni scorsi, su iniziativa del sindaco Giulio Borrelli, e' stato costituito un tavolo tecnico che, oltre al Comune, coinvolge diversi gruppi politici e le associazioni ecologiste. Che, insieme, dopo aver esaminato gli atti, hanno elaborato un documento nel quale si elencano le criticita' degli impianti "da ritenersi fortemente impattanti, considerando la urbanizzazione delle aree immediate ai due siti, e non compatibili con il contesto di attivita' principale, quella dell'automotive, della zona industriale di Atessa. A poca distanza - viene evidenziato - c'e' una realta' diversa, fatta di ambiente, agricoltura e allevamento da preservare. Nella propria programmazione, il Comune di Atessa prevede la difesa di un'industria ecosostenibile, in armonia con la storia degli attuali insediamenti, e che vuole tenere al centro il valore del territorio, a partire dalla qualita' dell'acqua, dell'aria e del suolo. Un'industria che intende cogliere l'opportunita' della Zes (Zona economica speciale), senza dimenticare lo sviluppo di una vocazione turistica collegata alla Costa dei Trabocchi e al vasto entroterra montano".