Mercoledì 02 Aprile 2025

Cronaca

L’Aquila, litiga con il fratello lo investe o lo uccide, arrestato dai carabinieri

25/03/2025 - Redazione AbruzzoinVideo
L’Aquila, litiga con il fratello lo investe o lo uccide, arrestato dai carabinieri

In manette un 56enne che avrebbe tentato la fuga ma i militari dell’Arma sono riusciti a bloccarlo.

Un litigio tra fratelli si è trasformato in un omicidio: Davide Lanciani, 56 anni, ha investito e ucciso il fratello Stefano Lanciani, 60 anni, al culmine di una violenta discussione in strada. Il dramma si è consumato ieri in via Pertuinum, una strada laterale di via Antica d’Ischia, sotto il cavalcavia dell’autostrada.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, i due uomini, entrambi originari di Tivoli ma residenti a L'Aquila, avrebbero iniziato a litigare all'interno delle rispettive auto, una Panda gialla e una Volkswagen bianca. Davide Lanciani avrebbe tentato di speronare il fratello, prima che entrambi scendessero dai veicoli per continuare lo scontro a piedi.

La lite è degenerata: Davide Lanciani ha colpito più volte il fratello con una mazza e, secondo i testimoni, avrebbe anche impugnato un coltello. Stefano avrebbe avuto con sé un bastone per difendersi, ma non avrebbe avuto il tempo di usarlo prima di essere sopraffatto dai colpi. Dopo essere caduto a terra, è stato investito dal fratello, che ha poi tentato la fuga.

Due allievi della Guardia di Finanza, che passavano casualmente nei pressi del luogo della tragedia, sono riusciti a bloccare l’aggressore fino all’arrivo dei carabinieri, che lo hanno arrestato in flagranza di reato con l’accusa di omicidio volontario.

Sul posto è intervenuto il personale del 118, che ha trasportato Stefano Lanciani all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, ma per lui non c’è stato nulla da fare: è morto poco dopo il ricovero, nonostante i tentativi di rianimazione.

Gli investigatori mantengono il massimo riserbo sulle cause del violento scontro, ma secondo alcuni testimoni, che hanno assistito alla lite e hanno riferito le loro testimonianze ai carabinieri, alla base dell'omicidio potrebbero esserci vecchi rancori familiari legati a questioni ereditarie.

Sul caso indaga la Procura dell'Aquila, con il pubblico ministero Roberta D’Avolio, che coordina l'inchiesta.

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