Lanciano, città dal cuore antico, rinnova ogni anno la tradizione della Squilla, un evento che incarna il senso più profondo del Natale. Questa celebrazione, che affonda le sue radici nel XVI secolo, è un momento di intensa spiritualità e commovente partecipazione collettiva, capace di unire generazioni e accendere nei cuori la fiamma della solidarietà, dell'amore per la famiglia e per gli affetti. Un momento di grande commozione nel ricordo di chi non c'è più e di cui in questa occasione si avverte maggiormente l'assenza.
La sera del 23 dicembre, le vie del centro storico si animano di luci e suoni. Al calare del buio, la campana della Chiesa dell’Iconicella, posta sulla collina che domina la città, inizia a suonare con un ritmo cadenzato e inconfondibile: è la Squilla. La sua eco attraversa i vicoli, raggiunge le piazze e penetra nelle case, chiamando a raccolta i cittadini per celebrare la vigilia della vigilia. La Squilla fu istituita dal vescovo Paolo Tasso nel 1588 come simbolo di pace e riconciliazione. Da allora, il rito si è tramandato di generazione in generazione, assumendo un significato che va oltre il semplice evento religioso.
È il momento in cui le famiglie si riuniscono, spesso dopo lunghi periodi di distanza, per condividere l’attesa del Natale intorno alla tavola. In passato in molte case, il suono della Squilla accompagnava una sorta di rituale che sugellava il perdono tra persone che avevano avuto liti e screzi e quindi avveniva il perdono e della solidarietà. I più anziani raccontavano storie del passato, mentre i bambini, con gli occhi pieni di meraviglia, vivono per la prima volta l’emozione di una tradizione che li rende parte di una comunità più grande, spesso recitando le poesie del Natale davanti al presepio. A Lanciano la celebrazione culmina con un corteo che, partendo dall’Iconicella, attraversa il centro storico fino a raggiungere la Cattedrale della Madonna del Ponte. Fiaccole accese illuminano il cammino, creando un’atmosfera suggestiva e senza tempo. I partecipanti, stretti l’uno accanto all’altro, intonano canti natalizi e preghiere, riscaldando la fredda notte d’inverno con il calore della fede e della condivisione. In un mondo sempre più frenetico e individualista, la Squilla di Lanciano rappresenta un’occasione unica per riscoprire il valore delle radici e il potere dell’unione. Ogni rintocco della campana sembra ricordare che il Natale è soprattutto questo: un tempo di riconciliazione, di amore e di speranza.
Per i lancianesi, la Squilla non è solo una tradizione, ma un patrimonio immateriale che racconta l’identità di una comunità. L’impegno di mantenere viva questa usanza è un atto di resistenza culturale, un modo per tramandare ai giovani i valori che stanno alla base della società. Ogni anno, la magia della Squilla si rinnova, ricordando a tutti che, nonostante il passare del tempo, alcune tradizioni hanno il potere di restare immutate, portando con sé il sapore autentico della storia e il profumo della speranza.
In questa cornice di intensa spiritualità, le parole di Cesare Fagiani, poeta lancianese, risuonano con profonda emozione: “E squilla ancor la sera col suono lungo e lento, in questa attesa austera s’addensa il sentimento. E pace sia nei cuori sul pane della pace, nei focolari accesi la fede mai si tace.” Questi versi, intrisi di devozione e speranza, catturano l’essenza di una tradizione che invita all’unità e alla riflessione.
Miriana Lanetta