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Determinate le cause di morte del delfino spiaggiato sul litorale di Pescara il 12 ottobre 2017

25/10/2017 - Redazione AbruzzoinVideo

All’esame autoptico, effettuato dall’IZS dell’Abruzzo e del Molise, l’esemplare di femmina adulto è risultato infetto al Dolphin Morbillivirusparente stretto del virus del morbillo dell’uomo e del cimurro del cane

La mattina del 12 ottobre un delfino (stenella striata) è stato trovato morto sulla spiaggia del molo Nord di Pescara. Dopo la prima segnalazione alla Guardia Costiera, si è subito attivata la rete regionale spiaggiamenti con l’intervento dei volontari del Centro Studi Cetacei e del veterinario della ASL competente, per il riconoscimento di specie e i primi rilevamenti biometrici. Sul posto è giunta immediatamente anche la squadra di intervento spiaggiamenti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, che ha effettuato l’esame autoptico in campo e le indagini atte a determinare le cause di morte.

 

Si tratta del primo caso di spiaggiamento di un esemplare della specie Stenella coeruleoalba lungo le coste dell’Abruzzo e del Molise dal 2014. La stenella striata, così comunemente chiamata per la caratteristica colorazione della livrea con tre bande scure che partono dall’occhio e ne percorrono i fianchi, è un tipico delfino di acque pelagiche profonde raro da osservare lungo le nostre coste, sebbene presente nel Mar Adriatico. Tra i delfini è il più acrobatico, capace di compiere avvitamenti all’indietro e salti alti sino a sette metri.

L’esemplare di femmina adulto lungo 2 metri, spiaggiato sul litorale di Pescara, probabilmente morto nella notte, presentava uno stato di conservazione ottimo (Codice 2) e un aspetto emaciato. L’IZSAM ha effettuato campionamenti su tutti gli organi e su tutti i tessuti e, il giorno stesso, gli esami di laboratorio. Molti organi macroscopicamente hanno mostrato lesioni da poliparassitismo cronico. Gli esami istologici hanno confermato che l’esemplare si è spiaggiato già morto e che probabilmente si è avvicinato alla costa proprio a causa dello stato di salute. L’esemplare è risultato positivo alla PCR (un test molecolare effettuato per rilevare una porzione del DNA/RNA di un agente microbico) al Dolphin Morbillivirus (DMV), un virus appartenente al genere Morbillivirus. Questo virus, parente stretto del virus del morbillo dell’uomo e del cimurro del cane, in passato (tra il ‘90 e il ‘92 e tra il 2006 e il 2008) è stato responsabile di due gravi epidemie in popolazioni della stessa specie di delfini nel Mediterraneo.

I primi risultati ottenuti nei laboratori di virologia dell’IZSAM, riferiti all’analisi filogenetica effettuata su regioni parziali dei geni P e H del DMV identificato nell’esemplare spiaggiato, hanno evidenziato la presenza di un virus le cui sequenze formano un unico cluster con analoghe identificate in Galizia e Portogallo. In questo momento, grazie alle innovative tecniche di sequenziamento di nuova generazione (NGS) disponibili in Istituto, si sta procedendo al sequenziamento completo del genoma di questo DMV a partire dalla matrice di organo infetta. Non si possono escludere al momento la presenza di altri agenti biologici o l’accumulo nei tessuti di inquinanti.

 

Lo spiaggiamento dei cetacei è un fenomeno diffuso e conosciuto da molto tempo. Le cause sono diverse: da quelle ambientali a quelle antropiche. L’analisi tempestiva e approfondita sulle carcasse è di fondamentale importanza perché si ricavano dati sulla biologia, l’ecologia, le patologie delle specie rinvenute e il livello di contaminazione, quindi lo stato di salute dei nostri mari.

 

Negli ultimi due anni la rete regionale è intervenuta prontamente nel 100% delle segnalazioni di spiaggiamento. Dal 2014, lungo le coste dell’Abruzzo e del Molise, si sono spiaggiati 44 cetacei: 3 stenelle, 3 capodogli e 38 tursiopi. La squadra di intervento spiaggiamenti dell’IZS dell’Abruzzo e del Molise ha effettuato gli esami autoptici su tutti gli esemplari, incrementando così i dati e la banca organi.

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