Riapre, domani a Chieti, la prima udienza di discussione per la mega discarica della Val Pescara
Riapre, domani a Chieti, la prima udienza di discussione per la mega discarica di Bussi ed è "il primo caso in Italia in cui si tiene un processo dinanzi alla Corte d'Assise per inquinamento ambientale" in cui "si ipotizza una condotta volontaria su acque inquinate destinate all'uso potabile umano". Lo sottolinea il Wwf che si costituisce parte civile nel processo ricordando di aver denunciato nel 2006 la situazione della più grande discarica inquinata d'Europa. Gli atti del processo, afferma il Wwf, "sono contenuti in ben 110 faldoni, per complessive 110.000 pagine di documentazione" e riguardano i reati di 'disastro ambientale e avvelenamento doloso di acque destinate all'uso potabilé. Le indagini furono avviate nel 2008 dal Corpo Forestale dello Stato stimolate anche dalle segnalazioni del Wwf Abruzzo di inquinamento dell'acqua, emerse nel 2006. Da allora il Wwf ha promosso campionature epidemiologiche, raccogliendo i dati e finanziando le prime analisi sui campioni d'acqua. Il Wwf ha poi partecipato sin dalla prima udienza preliminare, per un totale di 45 udienze, e con la produzione di circa 15 memorie. L'avvocato Tommaso Navarra, difensore del Wwf Italia e di Legambiente al processo, ricorda che "in altri casi di inquinamento, da Porto Marghera a Priolo, gli imputati venivano accusati di imperizia o imprudenza. Qui la questione è ben altra: gli imputati sapevano e con coscienza hanno inquinato volontariamente l'acqua delle falde che alimentano gli acquedotti di un'intera valle di 700.000 persone, contaminandola con valori di inquinanti chimici, tra cui il cloroformio, di 2-3 milioni di volte superiori ai limiti di legge". La discarica della Val Pescara e l'area interessata all'inquinamento delle falde si trova all'incrocio di ben tre parchi nazionali: Parco della Majella, Parco del Gran Sasso Monti della Laga e Parco d'Abruzzo, "un crocevia di biodiversità ferito da un insediamento industriale che per anni ha inquinato le falde acquifere. L'associazione ambientalista osserva che "gli accertamenti sono estremamente complessi e richiedono tempo, ma siamo fiduciosi perché si dovrebbe arrivare, grazie al rito abbreviato, ad una sentenza entro l'estate". Per il Wwf "è fondamentale che il processo si concluda in tempi rapidi - ha dichiarato Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Abruzzo - Ci auguriamo che l'istanza di ricusazione avanzata in questi giorni venga respinta e che gli avvocati della difesa si rendano conto che è anche un loro interesse definire se ci sono eventuali colpevoli e chi è veramente innocente e fare così finalmente giustizia".