Venerdì 23 febbraio si è riunito nella sede della Provincia di Teramo un tavolo di lavoro convocato dal vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli a proposito del deposito in mare nel sito ABR01D dei materiali derivanti dal dragaggio del Porto di Ortona.
L’Area Marina Protetta Torre del Cerrano ha partecipato all’incontro, al quale erano infatti presenti il Presidente dott. Leone Cantarini ed il Direttore Fabio Vallarola. Con loro, i rappresentati dei Comuni di Pineto, Città Sant’Angelo, Montesilvano, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise G. Caporale e della Provincia di Teramo, oltre che il consigliere regionale Luciano Monticelli e il dirigente della Regione Abruzzo Franco Gerardini.
Lolli e Gerardini hanno reso noto che con determina regionale numero 40 del 21 febbraio 2018, la Regione Abruzzo ha sospeso l’autorizzazione al deposito in mare dei materiali di escavo derivanti dal dragaggio del Porto di Ortona.
I vertici di AMP Torre del Cerrano intendono precisare che il risultato è dovuto alla proposta dell’ente di valutare soluzioni alternative, sollecitando l’ARAP regionale che sta ultimando la progettazione dell’ampliamento del porto, che prevede una spesa di 40 milioni di euro con fondi Masterplan .Sono state infatti individuate una serie di soluzioni diverse dall’immersione in mare: sostenibili per l’ambiente e più consone alle esigenze, anche economiche, del territorio abruzzese.
Per questo motivo, l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano concorderà con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha convocato per giovedi 1 marzo i vertici AMP e Servizio Rifiuti Regione Abruzzo a proposito dell’opposizione alla Conferenza di Servizi, la modalità di vigilanza in attesa di un riscontro fattuale da parte della Regione al tavolo tecnico tenutosi il 23 febbraio u.s.
La Regione Abruzzo ha ora a disposizione 90 giorni di tempo per provvedere alle ottemperanze burocratiche che renderanno finalmente possibile abbandonare definitivamente la soluzione del deposito dei materiali in mare. Prossimo passo sarà quello di chiedere definitivamente la revoca del sito ABR01D come idoneo al deposito in mare di materiali .