Evento inaugurale per una nuova stagione ricca di eventi all’insegna della territorialità
Santo Stefano di Sessanio (Aq), 23 marzo 2017 – Il Cantinone si prepara a una primavera promettente, con un programma denso di eventi enogastronomici, musicali, tutti rigorosamente legati al territorio e alla tradizione rurale di inizio secolo, in piena sintonia con la filosofia di Sextantio. A dare l’annuncio i gestori della celebre locanda, Franco Cagnoli e Serena Ciccone, fermi da tre mesi dopo che l’albergo diffuso di cui fa parte nello scorso gennaio ha scelto di dedicarsi alla manutenzione degli spazi e alla ristrutturazione dell’offerta.
Franco, 35 anni, aquilano, musicista e amante della scrittura, originario dell’Aquila, e Serena, sua compagna, 31 anni, da sempre nel campo della ricettività, originaria di Calascio, hanno scelto ancora una volta di dedicarsi a un piccolo gioiello di culinaria e accoglienza, incastonato nel dedalo di vicoli e scalette di Santo Stefano di Sessanio.
“Sextantio è una famiglia: noi siamo figli del territorio e di Sextantio che ha scelto di progettare su Santo Stefano un nuovo modello di ricettività, facendo leva sull’empatia, sulla ricchezza del territorio, sulla storia di cui è portatore”, spiegano i due. Il Cantinone torna vigoroso, dunque, sabato primo aprile, con apertura quotidiana dalle 18 alle 23, per offrire taglieri di produzioni locali, sottoli artigianali, lenticchie di Santo Stefano, pane di solina e formaggi di Castel del Monte, bruschettoni con salumi ed erbe montane raccolte ed essiccate da Franco e Serena. “Anche sul vino abbiamo fatto una scelta di cuore – proseguono i gestori - Proviene solo da vitigni locali: Montepulciano, Trebbiano, Pecorino e Passerina. Mentre la birra è rigorosamente di Anbra – Anonima Brasseria Aquilana di Fossa. Una scelta estrema, ci rendiamo conto, e spesso criticata, ma vogliamo offrire solo il nostro territorio a chi arriva qui, sia esso da vicino o da lontano”. A Santo Stefano, ad appena venti chilometri dal capoluogo abruzzese, si respira un clima internazionale. Nordamericani, nordeuropei giungono nelle nostre terre per dedicarsi al relax e al turismo contemplativo, sapendo di poter godere della stessa qualità altissima di cui godono gli avventori locali.
“Santo Stefano è come un faro d’Abruzzo. Chi arriva è affascinato dalle costruzioni, dagli arredi, dagli oggetti preservati, alcuni recuperati qui, altri dal Museo delle Genti d’Abruzzo. Siamo qui dal 2013 e siamo felici di poter lavorare in questi luoghi, dove il tempo è fermo, l’aria è tersa, la natura nutre, il fuoco accoglie. E siamo felici di tornare con un progetto antico eppure rinnovato, all’insegna del benessere fisico ed emotivo. Il primo aprile dedicheremo l’intera giornata, dalla mattina alla sera, ad accogliere quanti ancora non ci conoscono e a salutare i vecchi amici”, concludono.