"Come va zio...": un sms in apparenza normale, ma i tre puntini avevano un altro significato, la richiesta di tre dosi di stupefacente da pagare in un incontro e da andare a prendere poi comodamente in un altro posto, nascoste tra la vegetazione.
Questo il meccanismo "Take away", espressione che ha dato il nome all'operazione, alla base del traffico di stupefacenti smantellato dai carabinieri nell'Aquilano, in particolare nell'Alto Aterno, la zona colpita dallo sciame sismico e dalle fortissime nevicate dell'ultimo mese. Sono stati 8 gli arresti eseguiti oggi, uno in carcere e gli altri ai domiciliari. Risulta ancora da arrestare un solo indagato, ricercato ma che sarebbe rientrato da tempo nel paese d'origine, l'Albania. Sono 6 le persone denunciate a piede libero. Risponderanno tutti di spaccio aggravato e continuato in concorso di sostanza stupefacente. Gli inquirenti non hanno invece riscontrato elementi per ipotizzare l'associazione a delinquere. Uno spaccio in piccoli centri che, secondo il comandante della Compagnia dell'Aquila, il capitano Francesco Nacca, "denuncia una situazione di particolare gravità sociale. Nella clientela c'erano per lo più disoccupati e operai edili, ma era trasversale". Gli arrestati sono gli aquilani Armando Beccia, 48 anni, e Romina Sabatini, 23, e gli albanesi Bledar Shehaj, 37, vertice dello smercio e l'unico in carcere, Anton Krygia, 31, Ardian Ismaili, 47, Piro Metushi, 45, Idajet Saliaj, 28, Enver Fusha, 28. Sequestrati anche 4.600 euro frutto del commercio illecito e oltre 110 grammi di sostanze illecite. A spiegare i dettagli dell'operazione nel corso di un incontro con la stampa sono stati il comandante della Compagnia Nacca, il comandante del nucleo operativo radiomobile, il tenente Maximilian Papale e il comandante della stazione di Pizzoli, Alessandro Silvi. Le indagini condotte dai militari del nucleo operativo e radiomobile del capoluogo abruzzese e della stazione di Pizzoli, sotto la direzione del pubblico ministero Roberta D'Avolio sono durate dal settembre 2015 al maggio 2016 e hanno consentito di disarticolare un pericoloso sodalizio criminale composto da 14 persone, 4 italiani e 10 albanesi, che spacciava al dettaglio per lo più cocaina nelle località di Pizzoli, Barete, Arischia, Cagnano Amiterno, Montereale e sulla stessa L'Aquila, in particolare nelle frazioni di Bazzano e Paganica. Nel complesso sono stati ipotizzati 61 capi d'imputazione tra spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.