L'Abruzzo vive una condizione di incertezza ed insicurezza, frutto di un'occupazione di bassa qualità.
Se i segnali portano a pensare che vi sia una ripresa del mercato del lavoro, analizzandoli attentamente si capisce che aumentano i contratti a termine, mentre calano quelli a tempo indeterminato". Lo afferma, a proposito dei dati Istat, il segretario generale della Cgil Abruzzo, Sandro Del Fattore, sottolineando che"bisogna leggere con attenzione i dati sul lavoro, evitando di mettere in evidenza solo ciò che fa più comodo"."Analizzando i dati - afferma il segretario - rileviamo qualche aspetto che dovrebbe far preoccupare l'assessore Silvio Paolucci e la Giunta regionale nel complesso. Basta leggere tutto il comunicato dell'Istat per capire che l'occupazione che si crea nel primo trimestre 2018 è prevalentemente occupazione a termine. Aumentano sensibilmente i contratti a termine e calano quelli a tempo indeterminato".Del Fattore cita poi una serie di dati che delineano il delicato quadro abruzzese. "Secondo quelli dell'Osservatorio sul precariato dell'Inps - dice - i contratti a tempo indeterminato calano del 13,7%. Da una ricerca del Cresa, inoltre, si evince che il 21,7% della popolazione
abruzzese è a rischio povertà, l'11,1% è in una situazione di deprivazione materiale e il 21,3% ritiene di avere difficoltà economiche. L'Abruzzo, inoltre, sempre secondo l'Istat, è agli ultimi posti per la dinamica di spesa familiare"."Tutti questi dati dimostrano che si vive una situazione di estrema
insicurezza e incertezza e non è un caso che il lavoro a termine produca proprio tali effetti", conclude Del Fattore.