FOTOGRAFIE DI MAURO VOCCIA IN ESPOSIZIONE DAL 4 DICEMBRE 2017 AL 31 GENNAIO 2018
Durante le Feste Natalizie le pareti della RA Santiago danno spazio al percorso fotografico I luoghi delle età. L’esposizione armonizza e ricolloca sotto una luce nuova fotografie selezionate da due distinti precedenti progetti fotografici di Mauro Voccia – autore abruzzese di origine campana – intitolati Pueblo Dominicano e Aware. Le immagini in bianco e nero ritraggono bambini e sono la vivace testimonianza visiva di viaggi e ricerche di valenza antropologica intrapresi fra il 2010 e il 2014 in Repubblica Dominicana, New York, Roma, Sharm El Sheikh e Parigi. L’esposizione rappresenta idealmente la seconda tappa di un itinerario dedicato alle Arti inaugurato la scorsa estate alla Santiago con la mostra fotografica Il mondo dentro… Il mondo fuori organizzata con la collaborazione dell’associazione Social Photography Street di Lanciano (CH). Con esso si è voluto rovesciare – se non abbattere – il senso letterale della parola muro, supporto fisico che da confine della Residenza si apre al mondo esterno ospitandolo e stabilendo un rapporto osmotico e dialettico.
I luoghi delle età è una ricerca comunicativa volta a superare i limiti spaziali e temporali del contesto concreto in cui si inserisce. Suoi protagonisti non sono esclusivamente i giovani soggetti delle fotografie di Mauro Voccia, ma anche gli anziani ospiti della Santiago – primari fruitori dell’esposizione – nonché le stessa dimensioni spaziale e temporale del Natale. Le Feste di Fine Anno costituiscono un periodo emotivamente critico per l’essere umano: tutto, all’esterno, si sforza di illuminarsi in vista di una gioia che si sente quasi l’obbligo di ostentare con opulenza; ciò che è estraneo a tale sentore è tabù, fa paura. Non tutti gli anziani che abitano in comunità come la Santiago sono in grado di prendere parte al rituale natalizio in modo attivo poiché anche i gesti più ordinari sono impediti da un corpo che non risponde più come un tempo. Prescindendo dal simulacro formale di fragilità corporea, l’anziano è somma e moltiplicazione delle esperienze di tutte le età e i luoghi da lui attraversati, fino a quelli contemporanei. È un hic et nunc implicito della memoria e delle conseguenze del passato, uno status critico e denso che amalgama e dà complessità e struttura a ciascuno dei singoli giorni dell’Infanzia, dell’Età Adulta, della Terza e Età. Le fragilità e la ricchezza di tutte le esperienze vissute dall’osservatore si riversano nella freschezza dello sguardo dei bambini del presente / passato prossimo accolti nel focolare domestico della fotocamera di Mauro Voccia.
I luoghi esotici e lontani degli scatti narrano di impulsi vitali universali e rassicuranti. Le immagini confidenziali collocano cronologicamente il passato recente dei bambini ritratti a qualche anno fa: testimoniano di un’Era Contemporanea sì, ma soltanto imperfettamente presente. Le immagini de I luoghi delle età appartengono a un presente fittizio, così come irrealmente convenzionale è un qualunque attimo della Storia cui, per comodità e approssimazione, diamo la definizione di Presente. I luoghi delle età rimescola le carte in tavola, insieme ai tempi soggettivi degli attori interessati – i bambini (chi saranno oggi?, quantomeno adolescenti) –, dell’osservatore adulto o anziano che fu bambino e che è bambino ancora allo stato di potenzialità attuata e in continuo divenire. Il confine fra le età anagrafiche e quelle emozionali è più che mai confuso. Chi si prende cura di chi, in assoluto? I padri dei figli, ma anche i nonni dei nipoti, e ancora i figli dei padri; e così ciclicamente, e universalmente: in Italia, come in uno qualsiasi dei Paesi toccati dal peregrinare fotografico di Mauro Voccia, così come nella Betlemme di 2017 anni fa. Di chi si lu fije? Ma chi è il Figlio, e chi il Padre?, e chi è che riceve la vita da chi e chi invece la dona in realtà? I luoghi delle età vuole essere rappresentazione di una Natività allargata e uno studio ricreativo delle proprie e delle altrui fragilità alla luce di quanto siamo pronti a mettere in discussione del nostro personale confine temporale e spaziale.