Si sono ritirati in Camera di Consiglio i giudici della Corte d'Assise d'Appello de L'Aquila per il giudizio a carico di Fabio Di Lello condannato in primo grado a 30 anni di reclusione dalla Corte d'Assise di Lanciano per l'uccisione a colpi di pistola di Italo d'Elisa, 21 anni.
Nel corso dell'udienza, dopo la puntualizzazione di alcuni aspetti tecnici, si è passati all'interpretazione della perizia psichiatrica ripercorrendo lo stato dei fatti di Di Dello a seguito dell'incidente mortale della moglie Roberta Smargiassi che, in sella a uno scooter, fu investita da d'Elisa a Vasto all'incrocio tra corso Mazzini e viale Giulio Cesare. Il presidente Antonio Catelli ha dato la parola per le repliche alle parti con la richiesta da parte del procuratore generale Pietro Mennini e delle parti civili, per il tramite degli avvocati Gianrico Ranaldi e Pompeo Del Re, della conferma delle ragioni della condanna di primo grado per l'omicidio di Vasto, per le quali il procuratore capo della Repubblica di Vasto Giampiero Di Florio, aveva chiesto l'ergastolo, oltre a non concedere alcuna attenuante a Di Lello stante l'efferatezza del delitto. I difensori di Di Lello, Giuliano Milia e Pierpaolo Andreoni, hanno rinnovato la richiesta di eliminare la premeditazione e di concedere le attenuanti generiche evidenziando la grave depressione diagnostica del loro assistito durante il periodo detentivo. La sentenza è attesa per le 15.00.