Lunedì 25 Novembre 2024

Omicidio Penne: ergastolo per Giancaterino

27/03/2017 - Redazione AbruzzoinVideo

La Corte d'Assise di Chieti ha condannato all'ergastolo Mirko Giancaterino, 38 anni di Penne (Pescara). L'uomo era accusato di aver ucciso  Gabriele Giammarino, 80 anni, ex maresciallo dell'areonautica, trovato morto il 13 settembre 2015 nella sua abitazione di via Bernardo Castiglione, a Penne (Pescara)e di aver appiccato un incendio all'interno della stessa abitazione.

Il pubblico ministero Mirvana Di Serio, aveva chiesto l'ergastolo, mentre il difensore di Giammarino, l'avvocato Melania Navelli, aveva chiesto l'assoluzione per non aver commesso il fatto. Giacaterino è stato anche condannato a risarcire i danni alle parti civili, ovvero la sorella della vittima e due nipoti. La sentenza della Corte, presieduta da Geremia Spiniello, giudice a latere, Isabella Maria Allieri, è arrivata dopo due ore e mezza di camera di consiglio.Mirko Giancaterino,pregiudicato e tossicodipendente, secondo l'accusa, condannato per omicidio volontario con l'aggravante della crudelta' e per incendio doloso, avrebbe colpito la vittima con violenti pugni e 26 coltellate riducendolo in fin di vita e poi avrebbe "appiccato il fuoco al materasso posizionato sopra il corpo di Giammarino". Contro Giancaterino, che avrebbe agito per derubare la vittima, i video registrati dalla telecamera di una tabaccheria vicino a casa dell'ex maresciallo, le tracce di sangue rinvenute sulle scarpe da tennis e sui pantaloni della tuta, una testimone che l'avrebbe visto mentre usciva dall'abitazione dell'80enne. La Corte d'Assise ha anche condannato l'uomo, difeso dall'avvocato Melania Navelli, a risarcire le parti civili: 170 mila euro alla sorella della vittima, Pasqualina Giammarino, e 100 mila euro ciascuno ai due nipoti dell'ex maresciallo. I tre sono rappresentati dall'avvocato Federico Squartecchia. Ad occuparsi delle indagini sono stati i carabinieri della Compagnia di Penne, guidati dal capitano Alessandro Albano, che subito dopo il delitto rintracciarono rapidamente ed arrestarono l'assassino, e del Nucleo investigativo di Pescara, guidati dal maggiore Massimiliano Di Pietro.

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