Sulmona, 2 luglio 2019 – Sono tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico a tutti gli effetti e con i loro “conduttori” formano l’unità cinofila, binomio inseparabile uomo-cane.
Non soltanto amici a quattro zampe, ma soccorritori che, ognuno conciliando il proprio istinto naturale con una specifica formazione, si specializzano nella ricerca in superficie (UCRS) o in quella in valanga (UCV), ma anche nelle catastrofi (UCRC) o, grazie a un fiuto davvero eccezionale, diventano parte delle unità cinofile molecolari (UCRM).
Tutto questo è possibile grazie a una formazione costante, altamente qualificata, che con l’impegno degli istruttori nazionali delle Scuole per Unità Cinofile interne al CNSAS, si rivolge a cani e conduttori che devono conseguire il brevetto o che già sono operativi nel Soccorso.
Hercules, Maja (“in onore della Majella”, spiega il conduttore) ed altri, sono infatti i protagonisti, insieme ai soccorritori con i quali formano l’unità cinofila, del Polo Formativo Centro-Sud di Superficie, che si è svolto in Abruzzo lo scorso 28 e 29 giugno.
Due intere giornate, una sul monte Genzana e una nella Riserva delle Gole di San Venanzio, sono state dedicate sia alla formazione delle unità composte da cuccioli, il cui percorso per l’ottenimento del brevetto durerà ben due anni, sia all’allenamento delle unità ormai veterane, alcune delle quali sono operative già da otto anni.
Il lavoro, indirizzato sullo stimolo alla ricerca attraverso la simulazione di operazioni di soccorso, mira ad attivare innanzitutto l’attenzione del cane, impegnato in un uso costante di cervello e fiuto, senza mai perdere, però, il piacere del gioco.
La pulsione al gioco, coniugata all’istinto predatorio del cane, e la certezza del premio, che si materializza nel suo manicotto se porta a buon fine la ricerca, sono gli ingredienti di un lavoro stimolante ma al tempo stesso rapido ed efficiente.