"Dalla Procura ci hanno assicurato che non tralasceranno nulla". Così Giampaolo Matrone, uno dei superstiti del disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola, al termine dell'incontro tenutosi ieri pomeriggio, nel Palazzo di giustizia di Pescara, con i magistrati titolari delle indagini, nel corso del quale il Comitato dei familiari delle vittime ha posto anche la questione del mancato uso dei mezzi aerei militari, per raggiungere più in fretta l'hotel.
"Si sono presi ulteriore tempo per non tralasciare nulla - ha aggiunto Mario Tinari, il padre di Jessica, la giovane vastese deceduta nella tragedia dell'Hotel Rigopiano -. Ci hanno rassicurato che le indagini sono molto approfondite". I genitori di un'altra vittima hanno fatto sapere che, tramite i propri legali, consegneranno ai procuratori i messaggi ricevuti dai propri cari, dai quali risulta che la mattina della tragedia un bambino fosse caduto facendosi male. "Nel caso in cui il bimbo si fosse fatto particolarmente male - ha rimarcato il padre di una delle vittime - non ci sarebbe stata la possibilità di andare via o di ricevere assistenza perché era tutto bloccato". Il presidente del Comitato delle vittime di Rigopiano, Gianluca Tanda, al termine dell'incontro con il procuratore capo della Repubblica di Pescara, Massimiliano Serpi, e il sostituto Andrea Papalia - titolari dell'inchiesta sul disastro dell'Hotel Rigopiano - rispondendo ai cronisti, ha anche detto di essere venuto "a conoscenza del fatto che un mese fa la difesa di uno degli indagati ha presentato una denuncia nei confronti del presidente della Regione, come autorità massima di Protezione civile sui territori, in base alla legge del '93. Questa denuncia va ascoltata ed io ho chiesto più volte ai procuratori se ci stanno lavorando".