“Pasqua è vita, è amore, è comunità. E l’augurio è che ogni giorno della nostra vita, con amore, possiamo essere annunciatori e testimoni di Cristo in una dimensione sinodale e comunitaria”. Così l’arcivescovo Emidio Cipollone augura una serena Pasqua alla comunità della diocesi di Lanciano-Ortona.
“In passato si diceva che sulla terra l’uomo e le altre creature avevano tutti un unico destino: la morte, perché l’uomo è un soffio, è vapore che sparisce al primo sole”, riprede il vescovo. “Ma, si restava con l’amaro in bocca. Una risposta sodisfacente alla domanda della morte arriva solo quando si è affrontata con il cuore. E questo è avvenuto, e avviene, con la Pasqua che si vive in primis in una dimensione comunitaria. Quando Maria Maddalena alle prime luci dell’alba della domenica va al sepolcro e trova la pietra spostata non entra, ma corre a chiamare Pietro e Giovanni. I due corrono, ma quando Giovanni arriva al sepolcro si ferma per aspettare Pietro rimasto indietro. E solo quando sono assieme entrano nella tomba. Vivono un’esperienza comunitaria, affrontano in modo diverso e poi assieme il caso del sepolcro vuoto e la questione della morte”. Monsignor Cipollone ricorda infatti che i tre si approcciano in modo diverso alla tomba vuota: Maria Maddalena in un primo momento guarda il sepolcro vuotosolo con gli occhi, e pensa che abbiano rubato il corpo di Gesù. Pietro guarda con gli occhi ma pensa e si interroga: è davvero tutto finito? Giovanni che vede con gli occhi, si pone domande ma va oltre e capisce che deve usare anche il cuore per trovare le risposte.
“Perché la Pasqua sia di Resurrezione dobbiamo fare come Giovanni, simbolo del discepolo autentico”, chiude il vescovo, “aprire la mente ma anche il cuore, aprici all’amore verso Gesù per esserne annunciatori e testimoni, aprici alla comunità e alla vita perché la morte è la penultima parola, non l’ultima perché il Signore è risorto, è il Dio dei vivi non dei morti e con lui siamo vivi. Buona Pasqua”.