Primi casi di contagi da Covid-19 tra Pescara e Montesilvano, mentre in precedenza l'emergenza stava interessando principalmente le aree di Penne e Città Sant'Angelo (Pescara), nelle ultime ore sono stati ricoverati diversi pazienti provenienti dall'area urbana del Pescarese. Nove i pazienti intubati, il più giovane dei quali ha 39 anni; diversi quelli al di sotto dei 45. Sono in rianimazione e le loro condizioni sono giudicate gravi. "Abbiamo bisogno di ventilatori per le terapie intensive. Quelli ordinati non arrivano. I pazienti che necessitano della terapia intensiva sono in aumento. Sono pochi anche i Dispositivi di protezione individuali (Dpi): con un uso intelligente abbiamo autonomia per tre o quattro giorni. Anche in questo caso, il materiale è stato ordinato e speriamo che arrivi presto. Siamo certi che la Protezione civile non ci lascerà soli". Lo ha detto ieri all'ANSA il direttore dell'Unità operativa complessa di Malattie infettive di Pescara, Giustino Parruti, della task force istituita dalla Regione Abruzzo per gestire l'emergenza coronavirus. Parruti esprime un plauso e rivolge un elogio al suo staff e a tutto il personale sanitario, che "sta lavorando senza sosta, con senso del dovere e professionalità". L'ospedale di Pescara,tra le Malattie Infettive e la Rianimazione, - ha scritto sempre l'Ansa ieri in un lancio - ha raggiunto la capienza massima per quanto riguarda i ricoveri in terapia intensiva e proprio per questo, con criterio di somma urgenza, è stato disposto il trasferimento di sette pazienti all'ospedale di Penne (Pescara), dove si sta riattivando la Rianimazione, chiusa dopo il declassamento. Il tutto in attesa che venga riaperta la vecchia Rianimazione di Pescara, consentendo così di avere altri posti letto disponibili".