Mentre Lanciano resta ancora sgomenta per la tragedia avvenuta il 25 aprile scorso, in pieno centro cittadino, i familiari di Gabriele Mastrangelo, l’81enne di Lanciano travolto e ucciso da un’auto in via del Torrione, attendono con immenso dolore il momento in cui la magistratura riconsegnerà loro la sua salma per poter celebrare le esequie e salutarlo per l'ultima volta.
Era un uomo buono Gabriele, un marito esemplare, un nonno adorato. Chiunque lo abbia conosciuto lo descrive così, con la voce rotta dalla commozione. Era stimato non solo per la sua storia da ex carabiniere ma anche per la sua umanità semplice e sincera. Era uno di quelli che parlano poco e fanno tanto, che si mettono a disposizione delle persone più fragili senza chiedere nulla in cambio. Era da anni nel direttivo dell'Auser e tutti gli volevano bene. La sua scomparsa, improvvisa e ingiusta, ha acceso un dolore collettivo che da venerdì viene sentito nel profondo.
La dinamica dell’incidente è ormai chiara: i manifestanti, dopo aver partecipato alla cerimonia per celebrare il Giorno della Liberazione davanti al monumento agli eroi Ottobrini, organizzata dall'Anpi, stavano camminando in maniera sparsa lungo la strada, diretti verso il centro cittadino, dove li attendeva un'altra commemorazione, quando sono stati travolti dalla Lancia Musa condotta da Umberto Miscia, 79 anni, ex sindacalista Uil ed ex direttore provinciale dell’Inps, anche lui molto conosciuto e stimato a Lanciano. L'auto è piombata sulle persone seppur il conducente abbia provato a sterzare a sinistra, ma proprio per questo ha colpito violentemente l'uomo e ferito anche due donne, che non hanno riportato fortunatamente ferite gravi. La vittima è stata catapultata oltre un guardi rail che separa via del torrione da salita delle monache, finendo a terra e battendo la testa. L'uomo è morto sul colpo.
Alfredo e Umberto erano stati entrambi alla cerimonia e si conoscevano, ed è anche per questo che il destino è stato beffardo distruggendo la serenità e la gioia di due famiglie. Immenso il dolore che viene vissuto in queste ore dai familiari della vittima, dalla moglie Fernanda, dalle figlie Emilia e Marianna e da tutti i suoi cari, stravolti ed ancora increduli, ma anche della persona su cui pesa questa colpa, questa disgrazia, questa fatalità, e dei suoi parenti.
La Procura di Lanciano ha aperto un'inchiesta in cui risulta indagato per omicidio stradale il conducente dell'auto.Domani o al massimo martedì dovrebbe essere eseguita l' autopsia sul corpo di Mastrangelo, per chiarire fino in fondo ogni aspetto. A coordinare le indagini è il pubblico ministero, mentre i rilievi tecnici sono stati affidati alla Polizia Stradale di Lanciano guidata dal comandante Piero Fedele.
Si indaga su due ipotesi: un improvviso malore o un guasto meccanico, come avrebbe detto Miscia subito dopo l’incidente, urlando "mi si sono rotti i freni", che più testimoni avrebbero sentito. Il conducente dell'auto, condotto in ospedale in seguito alla ferite riportate avrebbe detto di non ricordare nulla di quanto accaduto.
Nel frattempo, mentre il dolore soffoca la città, resta la memoria di una giornata che doveva essere di festa e invece si è tinta di lutto.
Una tragedia che Lanciano non dimenticherà facilmente e che resterà indelebile nella vita di coloro che hanno perso per sempre la loro guida, il loro punto di riferimento, un marito, un padre, un nonno, un amico sincero e leale.
Miriana Lanetta