Militari del N.I.P.A.A.F. (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale) del Gruppo Carabinieri forestale di Chieti, a conclusione di un’indagine durata due mesi che ha coinvolto oltre 25 operatori del settore, hanno deferito per frode in commercio 9 imprenditori e diffidato 3 aziende alla modifica di etichettature ritenute ingannevoli.
I militari hanno rinvenuto in vendita presso la grande distribuzione ed on-line numerosi “condimenti aromatizzati al tartufo”, nel cui processo produttivo il tartufo era utilizzato in parti inferiori al decimillesimo o addirittura non presente. Alcuni prodotti riportavano tra gli ingredienti un non meglio definito “infuso di tartufo”, ottenuto mediante l’immersione di risibili quantitativi di tartufo in oli extravergine di oliva o di semi, cui viene appositamente aggiunto l’aroma di sintesi per ottenere il gusto del fungo ipogeo. Al contrario, in etichetta o nei siti internet delle aziende, veniva dichiarata la presenza di tartufo, enfatizzandola con immagini, fino a specificarne la provenienza geografica.
Agli indagati è stato contestato l’art. 515 del codice penale (frode nell’esercizio del commercio), per cui è prevista la reclusione fino a due anni, per aver consegnato agli acquirenti un prodotto per origine, provenienza o qualità del bene diverso da quelle dichiarate. L’aroma infatti deriva prevalentemente dall’utilizzo di bismetiltiometano, una sostanza naturalmente presente nei tartufi, che viene sintetizzata nei laboratori. "È bene ricordare che l’utilizzo degli aromi sintetici è normato al livello comunitario e non ci sono rischi per la salute. È fondamentale che il consumatore sia messo nella condizione di operare una scelta consapevole. I Regolamenti dell’Unione prevedono espressamente che l’utilizzo degli aromi non debba trarre in inganno. Si legge nella nota a firma del Comandante dei Carabinieri Forestale il Tenente Colonnello Marco Santilli.
"Andrebbe fatto uno sforzo ulteriore da parte del legislatore al fine di scongiurare il rischio che le frodi si annidino all’interno di vuoti normativi a danno degli acquirenti. Non è accettabile che il consumatore medio possa pensare di acquistare olio con infuso al tartufo se per la produzione di una confezione da 250 ml è utilizzato meno di un milligrammo del prezioso fungo ipogeo. Non deve ingannare nemmeno la presenza di tartufo liofilizzato all’interno delle boccette, in quanto il sentore deriva esclusivamente dall’aroma, quasi sempre di sintesi: quantomeno, scegliamo un aroma naturale.”