Giovedì 28 Novembre 2024

Cronaca

La Guardia di Finanza di Pescara sequestra 3700 capi di abbigliamento contraffatti

23/11/2021 - Redazione AbruzzoinVideo
La Guardia di Finanza di Pescara sequestra 3700 capi di abbigliamento contraffatti

Una volta scoperta una bancarella con capi privi di etichetta le indagini dei finanzieri si sono subito concentrate sul fornitore della merce accusato di sostituire le etichette originali dei capi con altre per attirare l'attenzione dei clienti e trarli in inganno.

Si intensifica la lotta della Guardia di Finanza di Pescara alla contraffazione, per la salvaguardia della sicurezza e della salute dei consumatori, nonché a tutela del “made in Italy”.

Nel corso di controlli diretti a contrastare l’abusivismo commerciale nella zona fra lo stadio “Cornacchia” ed il lungomare Cristoforo Colombo di Pescara, i finanzieri del Comando Provinciale hanno scoperto un cittadino italiano intento alla vendita sulla propria bancarella di alcuni capi di abbigliamento sprovvisti dell’etichetta riportante l’indicazione del luogo di produzione e i riferimenti del produttore.

I successivi approfondimenti hanno permesso di individuarne il fornitore, un grossista del Chietino subito sottoposto ad un’ispezione analitica del materiale e della relativa documentazione fiscale, dalla quale le fiamme gialle pescaresi ne hanno individuato la fallace indicazione di provenienza. In particolare, nel corso del controllo è stato accertato come il grossista avesse letteralmente divelto le etichette rappresentative dell’indicazione di provenienza dei capi di abbigliamento, sostituendole con altre che riportavano diciture tali da trarre in inganno il cliente circa l’origine degli stessi.

Le attività svolte hanno condotto complessivamente al sequestro di oltre 3.700 capi di abbigliamento di produzione estera recanti fallace indicazione di provenienza ed il fornitore è stato segnalato alla locale Autorità Giudiziaria per violazione dell’art. 517 del Codice Penale (vendita di prodotti industriali con segni mendaci), che prevede fino a due anni di reclusione e una multa fino a 20.000,00 euro. La merce alla vendita avrebbe reso oltre 70.000 euro.

"Le condotte illecite lesive del c.d. “made in Italy” hanno ad oggetto la falsificazione dei dati relativi all’origine e/o alla provenienza dei beni, il che è strettamente legato alla qualità dei prodotti, nel senso che risulta senz’altro appetibile abbinare indebitamente l’etichetta “italiana” a merci di origine/provenienza diversa, stante l’insito valore riconosciuto, in linea generale, alle filiere produttive nazionali. - si legge nella nota della Guardia di Finanza - Peraltro, la tutela del “made in Italy” ha un’ulteriore finalità, quella di porre un freno alla massiccia diffusione, negli ultimi anni, di forme di delocalizzazione imprenditoriale, che hanno comportato il trasferimento di parte o, talvolta, di interi cicli produttivi dall’Italia in Paesi terzi".

 

"Il dispositivo di contrasto posto in essere dalle Fiamme Gialle di Pescara, nello specifico settore di servizio, dimostra ancora una volta l’elevatissima attenzione del Corpo nella lotta ai fenomeni che minacciano l’economia legale, a garanzia del tessuto imprenditoriale sano del Paese ed a tutela dei numerosi clienti, preservandoli dall’acquisto di prodotti non conformi, contribuendo a garantire una protezione efficace dei consumatori e un mercato competitivo ove gli operatori economici onesti possono beneficiare di condizioni eque di concorrenza".

CONDIVIDI:

Potrebbero interessarti

L’abitazione non risultava abitata al momento dello scoppio, ma per precauzione è stato richiesto il supporto di unità cinofile e delle squadre USAR

Il sistema utilizzato, semplice ma efficace, prevedeva l'uso di stickers adesivi fissati ai capi con il calore del ferro da stiro.

La donna era riuscita ad ingannare i risparmiatori proponendo investimenti redditizi in progetti fittizi all'estero. Individuata e segnalata all'autorità giudiziaria rischia una condanna penale per reati gravi.

La Direzione Marittima di Pescara, in collaborazione con la Polizia Stradale, ha concluso una complessa operazione di controllo denominata “WRONG WAY”, svoltasi dal 11 al 17 novembre.