Su indagine della Guardia di Finanza del Comado provinciale di Chieti, il Gip di Lanciano Massimo Canosa ha disposto il sequestro preventivo di beni per 4 milioni di euro nei confronti di una società petrolifera con sede a Lanciano per indebita detrazione di Iva su un imponibile di 18 milioni di euro, negli anni 2019 e 2020.
Confiscati i beni mobili, immobili (terreni, autovetture, autocarri, somme di denaro, titoli e rapporti finanziari) sia nella disponibilità della società nonché di due amministratori della stessa, che risultano indagati. In particolare, i finanzieri in forza al Nucleo di polizia economico finanziaria, nell’ambito di un’attività di verifica fiscale, raccoglievano elementi tali da ipotizzare che la società esercente l’attività di commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi e lubrificanti per autotrazione, negli anni 2019 e 2020, avesse indebitamente detratto l’IVA per un ammontare pari al valore oggetto del sequestro e riferibile a fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, emesse da altri operatori, per un imponibile di oltre 18 milioni di euro.
Nel corso dell'attività ispettiva condotta dalle Fiamme Gialle, è stato constatato che la società sottoposta agli accertamenti aveva effettuato acquisti di carburante da diverse società fornitrici che commercializzavano i prodotti petroliferi senza assolvere al pagamento dell’imposta. Le stesse, a seguito di indagini svolte da altri Reparti della Guardia di Finanza, sono state individuate come società “cartiere” o “filtro” create ed interposte da organizzazioni criminali dedite alla realizzazione di frodi Iva sui carburanti.
Con tale sistema la società frentana, riusciva ad acquistare il prodotto ad un prezzo inferiore al valore normale. Lo stratagemma utilizzato per celare l’operazione illecita era il ricorso alla sovrafatturazione del prezzo, in modo da renderlo apparentemente in linea con quello di mercato, in quanto veniva “caricato” delle spese di trasporto, in realtà sostenute dall’acquirente al quale venivano restituite al momento della consegna, mediante denaro contante, o con il successivo riaddebito effettuato dalla cessionaria alla cedente. Per tali fatti, a carico degli amministratori della società, è stato ipotizzato il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, reato per il quale è previsto, ai sensi dell'art. 2 del D. Lgs. 74/2000, la reclusione da 4 a 8 anni. In esecuzione del provvedimento giudiziario sono stati sottoposti a sequestro n. 5 terreni, n. 6 immobili, n. 7 automezzi, n. 11 rapporti finanziari, per un valore stimato in oltre 680.000 euro. Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.