La Polizia di Stato di Pescara, al termine di una articolata attività d’indagine, ha dato esecuzione all’ordinanza emessa dal G.I.P. di Pescara, dott. Fabrizio Cingolani, su richiesta del P.M. titolare delle indagini, Sostituto Procuratore Dr. Luca SCIARRETTA, a 4 custodie cautelari in carcere ed una ai domiciliari, a carico di cinque pescaresi, ritenuti i presunti componenti di una banda dedita ad una intensa e ben organizzata attività di spaccio di cocaina destinata alla Pescara bene, attività delinquenziale che si nascondeva dietro una ditta di delivery.
Le indagini sono state avviate dopo alcuni arresti effettuati dalla Squadra Mobile nei mesi di agosto e novembre 2020, nell’ambito di un’operazione antidroga nella zona di Pescara Portanuova, che fece finire in manette personaggi della criminalità del quartiere Rancitelli di Pescara, i quali si ritiene che avessero intenzione di espandere la propria zona di spaccio. Fin dalle prime fasi dell’indagine, sono emersi gravi indizi a carico di un pregiudicato 28enne, L.D.P., risultato dedito allo spaccio di cocaina, secondo gli inquirenti era colui che si occupava della fase organizzativa e di approvvigionamento della droga. L’uomo, secondo le indagini, lasciava eseguire materialmente ai cosiddetti “cavalli”, ovvero fattorini debitamente istruiti, le cessioni agli acquirenti della sostaanza.
A L.D.P., sempre secondo quanto emerso, sarebbe dunque riconducibile la realizzazione, insieme ad alcuni complici, di una vera e propria attività di “spaccio itinerante”, mediante la creazione di una ditta (di copertura) di delivery e l’utilizzo dei cosiddetti “cavalli”, il principale dei quali è risultato essere il 38enne A.P., ma anche F.O., 22 anni, entrambi pescaresi, ovvero complici che fungevano da fattorini, debitamente istruiti, i quali ricevevano le ordinazioni mediante social media o su un sito internet dedicato, attraverso un linguaggio codificato noto anche agli acquirenti.
Ai “cavalli” sarebbero stati così consegnati quasi quotidianamente circa 30/40 gr. di cocaina già suddivisa in singole dosi, disponendo tariffari precisi e quantitativi minimi per le consegne nelle ore notturne. In questo modo, tra il settembre 2020 e l’aprile 2021, sono stati documentati numerosissimi episodi di cessioni di narcotico, che avvenivano quotidianamente soprattutto nelle zone del centro cittadino, camuffate da consegne di alimenti. L’illecita attività di spaccio, come ricostruita dagli inquirenti, sarebbe quantificabile nello smercio di oltre mezzo chilogrammo di cocaina al mese, destinato principalmente allo spaccio al dettaglio per la cosiddetta “Pescara bene”, come risulta anche dai nominativi di alcuni degli acquirenti compiutamente identificati nel corso dell’attività di riscontro della Polizia.
L’espediente del delivery, oltre a fungere da copertura ideale per lo spaccio a domicilio, consentiva agli indagati di aggirare anche le più severe restrizioni alla circolazione imposte dalle misure anti Covid-19 nei mesi di c.d. lockdown, potendo così espandere la loro clientela costretta a rimanere a casa. Il gruppo, inoltre, non avrebbe esitato a ricorrere a intimidazioni e rappresaglie, sia nei confronti dei clienti per recuperare i propri crediti, sia nei confronti di presunti concorrenti, come dimostrerebbe, tra l’altro, l’avvenuto incendio di un’autovettura, a scopo intimidatorio.
Le indagini, inoltre, hanno permesso di ottenere precisi elementi che individuerebbero uno dei canali di approvvigionamento dello stupefacente. Un pluripregiudicato cinquantunenne P.D.L, nel corso delle indagini infatti si sarebbe dimostrato in grado di reperire stupefacente sia del tipo cocaina che hashish. L'uomo, con la complicità di un 70enne, O.M., risulterebbe anche un punto di riferimento per il reperimento di armi da fuoco, come dimostrato dal sequestro della pistola clandestina Berardinelli V 60 cal. 7,65, avvenuto il 31 marzo 2021.
In precedenza, nel corso dell’attività d’indagine, erano state tratte in arresto in flagranza di reato altre 4 persone per spaccio di stupefacenti, sottoposto a sequestro penale più di 120 g. di cocaina tutta parcellizzata in singole dosi e 700 g. di hashish nonché la pistola clandestina di cui si è detto. Infine, ad uno degli arrestati trovato in possesso delle dosi destinate alla consegna, era stata sequestrata la somma in contanti di 49.000 euro, verosimile provento dell’attività di spaccio. L’Autorità Giudiziaria, con l’ordinanza odierna, ha disposto anche il sequestro preventivo ai fini della confisca di tale somma.