Le indagini, tuttora in corso, hanno permesso di individuare un gruppo imprenditoriale teramano operante sulla costa che, mediante l’emissione di fatture per opere di fatto mai realizzate per un valore complessivo di quasi venti milioni di euro, ha beneficiato di un credito d’imposta da ritenere allo stato inesistente.
Al momento, sono stati segnalati alla locale Autorità Giudiziaria gli amministratori delle società coinvolte e proposta l’adozione della misura cautelare reale del sequestro preventivo, anche per equivalente, ex art. 321, comma 2 bis, C.p.p. nei confronti degli indagati ed ex art. 53 D.Lgs. n. 231/01 nei confronti dell’ente, in ordine al profitto del reato per oltre 11 milioni di euro.