“I rettili hanno sempre rappresentato, nell’immaginario collettivo, qualcosa di viscido e pericoloso, evocativi del male, e per questo temuti e demonizzati. È opportuno invece diffondere le giuste informazioni in modo tale da assumere i corretti comportamenti in caso di incontro con queste specie”. E’ tutto qui, riassunto in poche righe, il senso della mini guida stilata dal Dipartimento Prevenzione della Asl Lanciano Vasto Chieti per descrivere le specie presenti in Abruzzo, ma soprattutto corredata di consigli utili per sapere cosa fare se capita di trovarsi davanti un esemplare ed evitare di correre rischi.
Particolare attenzione viene dedicata alle vipere, una specie che si può facilmente incontrare nella stagione calda, soprattutto in aree caratterizzate da ambienti umidi posti a quote medie e quindi climaticamente favorevoli; più difficile che accada in alta montagna, ambiente poco compatibile con l'ecologia di tali esemplari.
“In generale le vipere sono animali schivi, per cui evitano l’incontro con l’uomo - sottolinea Giuseppe Torzi, Direttore del DIpartimento -. Tuttavia, se l’animale viene inavvertitamente infastidito o calpestato, può sentirsi minacciato e quindi mordere. Il veleno generalmente non è letale per un adulto in buone condizioni di salute, ma può essere pericoloso per soggetti deboli quali anziani, persone con patologie debilitanti, cardiopatici, bambini piccoli, cani e gatti. La gravità dell’avvelenamento dipende anche dalla quantità di veleno iniettato, che non sempre segue al morso, perché la vipera tende a risparmiarlo per la predazione. In questi casi sarà possibile evidenziare i segni lasciati dal morso ma non ci saranno sintomi”.
Le parti del corpo più frequentemente colpite sono mano, piede, polpaccio, arti inferiori e superiori; mentre i punti più pericolosi ma anche più rari sono il collo o la testa.
I segni lasciati dal morso sono piuttosto caratteristici, in genere due ferite puntiformi di circa 0,5-1mm di diametro che distano di 5-8mm circa l’uno dall’altro e rappresentano i fori dei denti veleniferi. Il morso di altri serpenti non velenosi non presenta ovviamente i due fori maggiori ma solamente il segno dell’intera arcata dentaria, a forma di V.
I sintomi del morso di vipera sono dolore, bruciore e gonfiore sulla zona colpita, seguono edema ed eritema locali che tendono ad espandersi. Successivamente possono comparire sintomi e segni sistemici quali nausea, vomito, dolori muscolari, diarrea, collasso cardiocircolatorio e shock con perdita di coscienza.
Il primo soccorso per la vittima consiste nel tenerla tranquilla evitando di compiere movimenti che faciliterebbero la diffusione del veleno; può essere utile a tal proposito immobilizzare con stecche l’arto colpito come se si trattasse di una frattura. La zona colpita va lavata con acqua e sapone, evitando l’uso di alcool e soluzioni alcoliche e vanno rimossi anelli e bracciali poiché, con l’eventuale insorgenza di edemi locali, potrebbero creare compressioni e complicazioni vascolari.
Nella guida sono poi riportati i comportamenti diversificati da adottare a seconda della parte corporea interessata al morso, cui segue la raccomandazione a recarsi al più presto in Pronto Soccorso per i trattamenti successivi o ad allertare il 118 qualora il morso sia avvenuto in aree impervie.
Sfatata la falsa credenza secondo cui il veleno andrebbe aspirato con la suzione: per i veterinari del Dipartimento Prevenzione si tratta di una pratica inutile, oltre che potenzialmente dannosa, perché tali manovre provocano ulteriore traumatismo e infiammazione dei tessuti, senza apportare alcun beneficio concreto.
Di fondamentale importanza è cercare, invece, di prevenire il morso di vipera assumendo comportamenti corretti, indossando innanzitutto un idoneo abbigliamento con scarponcini, calze e/o pantaloni lunghi in modo da proteggere le parti più a contatto con il terreno. È inoltre importante permettere alle vipere di avvertire la presenza dell’uomo battendo il terreno con tronchi o pietre prima di sedersi o mettere le mani a terra, e ispezionare eventuali indumenti lasciati a terra prima di indossarli nuovamente.
Particolare attenzione va prestata, infine, alle zone vicino a fonti di acqua dove gli animali si avvicinano per abbeverarsi.