La gestione degli animali nelle città italiane, nella sua disomogeneità, potrebbe essere un buon indicatore del caos amministrativo del Paese, dei suoi immensi divari tra aree geografiche e tra Comuni. È quanto emerge dalla nona edizione di Animali in città, l’indagine di Legambiente sui servizi offerti dalle amministrazioni comunali e dalle aziende sanitarie per la gestione degli animali d’affezione e la qualità della nostra convivenza in città con animali selvatici e non. “Un tema più urgente – si legge in una nota - che mai dopo un anno di pandemia che ha visto aumentare il disagio economico di una parte della popolazione e che rischia di ripercuotersi anche sui milioni di animali da compagnia che abitano nelle nostre case e riempiono spazi relazionali importantissimi”.
“Prevenire e accompagnare queste difficoltà – prosegue Legambiente - con iniziative diffuse, pubbliche e private, sarà essenziale per garantire il benessere a persone e animali. A dare concretezza a questa preoccupazione basta il dato fornito dalle Aziende sanitarie, che dichiarano 226 canili rifugio in attività per 36.766 posti disponibili, ma al 31 dicembre 2019 erano ospitati in queste strutture 92.371 cani (2,5 volte i posti disponibili)”.
Daniele Lanetta
fonte: www.legambiente.it