“Attenderò con grande serenità lo svolgimento del dibattimento sull’inchiesta Soget che si è aperto oggi a Pescara e che mi vede, mio malgrado, coinvolto per il ‘caso’ delle presunte multe non pagate, e invece da me tutte puntualmente saldate prima dell’inizio dell’inchiesta. Non ho però timore di ribadire che ritengo l’accusa a mio carico assolutamente immotivata: non sono io che mi sono attribuito una rateizzazione per il pagamento delle sanzioni, rateizzazione peraltro gravata da interessi e che, ancor più, non ho mai utilizzato, visto che ho deciso di saldare l’intero importo dovuto in un’unica soluzione, con more e interessi compresi, e molto prima che si parlasse dell’indagine. Seguirò la prosecuzione della vicenda con l’amarezza di dover ascoltare un’accusa che fatico a comprendere”. È il commento del Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri nel giorno dell’apertura del dibattimento sull’inchiesta Soget.
“Non entro nel merito delle indagini e delle decisioni dei giudici in riferimento a una vicenda sulla quale a questo punto pretendo venga fatta piena luce – ha osservato il Capogruppo Sospiri -. Da due anni il mio nome è stato accostato alla vicenda inerente le multe non riscosse dalla Soget, uno dei pochi nomi, il mio, uscito fuori su 843 presunti debitori, peraltro dopo che io stesso ho comunque pagato per intero il debito non appena ne sono venuto a conoscenza, ovvero nel 2014, ben prima dell’apertura dell’inchiesta della Magistratura, come il Pubblico Ministero ha peraltro riconosciuto, lui stesso, nelle carte. In sostanza, la Procura e il Gup sosterrebbero che io non avevo diritto alla rateizzazione del debito, una rateizzazione che inizialmente avevo chiesto, che gli uffici mi avevano concesso con decisione autonoma, perché certamente non potevo attribuirmi da solo una rateizzazione, tenendo conto dell’importo tutt’altro che irrilevante, e di cui avevo chiesto di usufruire come consentito dalla legge e come avrebbe fatto qualunque altro cittadino dinanzi a un debito di grossa entità. Peraltro poi non ho comunque beneficiato di quella rateizzazione, avendo deciso di saldare l’intero importo, more e interessi compresi, in un’unica soluzione, prima dell’apertura dell’indagine, e questo perché il mio debito non era ‘inesigibile’, ma tutt’altro: doveva essere riscosso e infatti lo è stato. Secondo gli Organi inquirenti, ci sarebbe poi una differenza tra le cartelle di pagamento richieste e quelle effettivamente pagate di circa 936 euro, differenza, in realtà, dovuta a tutti i bollettini ritrovati e già saldati, dunque pagamenti già avvenuti e non più dovuti. Infine, altra contestazione, sarebbe l’aver indicato, all’atto della elezione a consigliere comunale di Pescara, solo l’indirizzo di residenza e non anche il domicilio, circostanza che avrebbe determinato delle difficoltà nel notificarmi le multe. In realtà, il mio indirizzo è sempre stato noto a tutti, fra l’altro in qualità di consigliere comunale mi sono stati sempre notificati centinaia di atti, e comunque anche la Soget mi ha rintracciato, tanto che oltre alle sanzioni ho puntualmente pagato le more e gli interessi maturati sulle cifre originarie, di fatto moltiplicate. Ovviamente – ha proseguito il Capogruppo Sospiri - affronteremo ogni contestazione con il solo obiettivo di fare massima chiarezza su un caso che comunque, ancora oggi, presenta, anche per me, troppi lati oscuri, a partire dai nomi degli 800 cittadini che, al contrario della mia posizione, il debito con la Soget, ossia con il Comune di Pescara, non lo hanno mai saldato. A questo punto attendo di sapere e di capire perché nei miei confronti la rateizzazione di un debito rilevante sarebbe stata ‘immotivata’, ma soprattutto perché c’è un’inchiesta in cui mi si contesta la rateizzazione di un debito che non ho comunque utilizzato, avendo pagato tutto il debito, pienamente e interamente esigibile, prima dell’inizio delle indagini stesse”.