Una richiesta disperata al 112 nel cuore della notte. Un figlio fuori controllo, una madre anziana terrorizzata, una sorella minacciata di morte e l’arrivo dei Carabinieri che si trasforma in uno scontro fisico. Non è la sceneggiatura di un film, ma quanto accaduto realmente a Vacri, piccolo comune in provincia di Chieti, all’alba del 14 aprile. Protagonista – si fa per dire – della vicenda un uomo di 40 anni, residente nel paese, che ha dato in escandescenze per l’ennesima volta. All’origine dell’ennesimo scatto d’ira, le continue richieste di denaro rivolte alla madre, finite, stavolta, in un’escalation di percosse, minacce e panico puro. Quando la donna ha compreso che la situazione stava degenerando, ha fatto l’unica cosa possibile: ha composto il 112.
I militari della Sezione Radiomobile della Compagnia di Chieti sono giunti sul posto nella notte e si sono trovati davanti un uomo in evidente stato di agitazione psico-fisica. Alla loro vista, invece di calmarsi, ha incominciato a minacciare la sorella, inveendo contro tutti i presenti, familiari e non. Quando i Carabinieri hanno tentato di instaurare un dialogo, l’uomo ha reagito aggredendoli fisicamente. A quel punto, per tutelare l’incolumità di tutti, è stato necessario l’utilizzo dello spray urticante in dotazione alla pattuglia. Una volta neutralizzato e posto in sicurezza, il soggetto è stato affidato ai sanitari del 118 e poi condotto in caserma per le formalità di rito. I reati contestati? Tentata estorsione e maltrattamenti nei confronti della madre, minacce aggravate ai familiari, resistenza a pubblico ufficiale.
Un piccolo campionario da codice penale. Convalida e misura cautelare: scatta il braccialetto elettronico Nella stessa giornata, durante l’udienza per direttissima, il giudice ha convalidato l’arresto e disposto per il 40enne la misura del divieto di avvicinamento alla parte offesa, con l’applicazione del braccialetto elettronico. Un dispositivo che, si spera, servirà a tenere lontano chi ha già dimostrato di non avere alcun controllo sulla propria rabbia.