29 MARZO 2012. Secondo le indagini ha adescato in chat una cinquantina di ragazzine fra i tredici e i quidici anni in tutta Italia spacciandosi per un coetaneo, molte ne ha convinte a mandargli foto e video in atteggiamenti provocanti, minacciandole, in caso di rifiuto, di infettare i loro computer. La denuncia di una madre ha consentito alla Polizia Postale di arrestare questo trentatreenne incensurato della provincia di Teramo per produzione e detenzione di materiale pedopornografico, aggravato dall'età delle ragazzine, nonché estorsione ai danni di minorenni. Gli agenti del Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni per l'Abruzzo lo hanno sorpreso in casa mentre tentava di distruggere fogli sui quali aveva annotato nickname e indirizzi mail delle giovanissime che contattava online. La misura cautelare è stata emessa dal Gip dell'Aquila Marco Billi, su richiesta del Pm della Procura Distrettuale dell'Aquila, David Mancini. Per quei reati, l'uomo, ha spiegato il Vice Questore Pasquale Sorgonà in conferenza stampa a Pescara, rischia una condanna fra i dieci e i dodici anni. Nei suoi computer sono state trovate registrazioni di colloqui, immagini giratecon webcam e ottocento foto, nonché settanta indirizzi mail; altro materiale potrebbe essere custodito in tre computer portatili e un hard disk che devono essere ancora visionati. Nel corso delle indagini sono state ascoltate trentacinque delle ragazze contattate, nelle province di Venezia, Verona, Milano, Torino, Alessandria, Bergamo, Brescia, Massa, Pesaro, Forlì, L'Aquila, Roma, Rieti, Viterbo, Napoli e Catania - dall'uomo che si presentava con diversi nickname."Da tempo, nelle scuole abruzzesi - ha commentato Sorgonà a margine della conferenza stampa -, effettuiamo incontri con gli studenti per spiegare i pericoli e i rischi di un uso disinvoltodi internet, come avvenuto in questo caso".