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Miscellanea

Teramo: stroncato traffico internazionale di cocaina

05/03/2012 - Redazione AbruzzoinVideo

5 marzo 2012. Cinquanta chilogrammi di cocaina, proveniente dal Sud e dal Centro America, fatti entrare in un anno in Italia, negli aeroporti di Milano e Ancona, con corrieri che ingoiavano gli ovuli o nascondevano la droga nei pannolini dei bambini; 7,5 milioni di euro il giro di affari sul mercato della tossicodipendenza. L'organizzazione è stata individuata con indagini condotte dal dicembre 2010 dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando provinciale di Teramo, coordinate dalla Procura distrettuale antimafia dell'Aquila, attraverso il Sostituto Procuratore David Mancini. I militari hanno eseguito 45 delle 58 ordinanze di custodia cautelare firmate dal Gip della distrettuale aquilana Giuseppe Gargarella, nelle province di Teramo, Pescara, Ascoli Piceno, Macerata, Ancona, Pistoia e Vercelli. Di queste, cinque in territorio estero, con la collaborazione delle forze di polizia della Colombia, della Repubblica Dominicana e del Costarica. L'accusa è associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti aggravata dalla "transnazionalità": tra i destinatari delle ordinanze, oltre a quarantuno persone di nazionalità americana e tredici italiani, ci sono anche un inglese, un albanese, un algerino, un camerunense. Per la prima volta in Abruzzo, l'indagine ha portato a disegnare e identificare tre livelli di organizzazione gerarchica, dai capi ai corrieri fino a chi vendeva lo stupefacente sul territorio. L'operazione è stata denominata "Barrik", per il frequente ricorso, da parte dell'organizzazione, a cere aromatizzate al rhum con cui rivestire gli involucri di cellophane che nascondevano la cocaina occultata nelle scatole delle scarpe dentro le valigie o, in molti casi, nei pannolini dei bambini in fasce, o liquida nelle bombolette spray. La cellula originaria del traffico, secondo quanto illustrato in una conferenza stampa del Comandante provinciale di Teramo, il Colonnello Antonio Salemme, si era impiantata in Italia nel 2006: tre sudamericani, residenti nel Teramano, si erano uniti per rinforzare i loro canali di approvvigionamento. I corrieri guadagnavano tra i mille e i tremila euro a viaggio, rischiando di ingoiare anche fino a una quarantina di ovuli per trasportare in pancia circa novecento grammi di stupefacente alla volta. In molti casi, i corrieri venivano ricompensati anche con settimane di vacanze superlussuose in Costarica o nella Repubblica Dominicana, acquistate con una fittizia agenzia di viaggi con carte di credito e bancomat clonati in Spagna e per cui è stato accertato un danno a clientela locale e italiana per oltre centocinquanta mila euro. Diverse le rotte utilizzate dall'organizzazione, cambiate a seconda dell'intensificazione dei controlli agli scali: da Santo Domingo via Madrid a Milano o Ancona, dalla Colombia, Calì o Bogotà, direttamente o via Francoforte a Roma. Cinque i sequestri di circa 6 chilogrammi di cocaina compiuti tra l'ottobre 2010 e l'agosto scorso, negli aeroporti di Falconara (Ancona) e Bogotà (Colombia), alla stazione ferroviaria e in un parcheggio a Giulianova (Teramo). La procura distrettuale ha chiesto diverse rogatorie internazionali attraverso il ministero dell'Interno.

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