All'Urban Center di Pescara architetti e politici si sono confrontati sullo sviluppo urbanistico del futuro. D'Alfonso: "La Grande Pescara sia attrattiva, non solo numeri"
Pescara, 27 novembre 2015 - Confronto serrato, ieri giovedì, all'Urban Center di Pescara, sul tema della rigenerazione urbana, nel workshop "Miti e politiche innovative per la rigenerazione urbana", promosso dall'Ordine degli Architetti di Pescara in collaborazione con l'Ordine degli Avvocati. A fare gli onori di casa, la presidente degli architetti, Laura Antosa, continuando l'attività che, sin dal 2012, vede all'interno dell'Urban Center gli architetti protagonisti di un'intensa attività di confronto con la comunità scientifica, professionale e produttiva del territorio, unitamente al coinvolgimento delle istituzioni, promotori di un percorso partecipato della rigenerazione e della trasformazione innovativa e resiliente del territorio.
Alla presentazione del professor Lucio Zazzara, è seguita la relazione principale dell'avvocato Giancarlo Mengoli, sul tema della città come "paradigma della vita": un corpo vivo, che si modifica costantemente, insofferente alle troppe regole e a rigidità che separano troppo nettamente una zona con le sue funzioni dall'altra. Un'idea messa in discussione negli anni da alcune ideologie recenti, assolutamente incapaci di valorizzare il vissuto delle nostre città, stratificato sin dal medioevo, e miti come quello del verde o della pianificazione, che bloccano invece di sostenere uno sviluppo concreto e necessario della città.
A seguire, il dibattito a più voci: Leo Brocchi, avvocato ed ex assessore di Montesilvano, e Marco Sciarra, presidente di Ance Pescara, hanno insistito sulle troppe regole che rendono impossibile azioni come la stessa rigenerazione urbana, visti anche i mille vincoli che impediscono il riuso o la riedificazione. Da parte sua, il sottosegretario alla presidenza della Regione, Mario Mazzocca, ha auspicato un'applicazione delle regole in maniera integrata e coordinata, purché nascano dal basso grazie alla partecipazione attiva delle comunità. Per il sindaco di Spoltore, Luciano Di Lorito, bisogna lavorare sulla "città che possiamo, non solo su quella che vogliamo", a partire dalle tante emergenze anche di sicurezza. "È necessario - ha concluso - ideare una pianificazione integrata tra comuni e territorio attigui, altrimenti tutto diventa più difficile". Gli ha fatto eco Luciano Marinucci, primo cittadino di San Giovanni Teatino, che ha raccontato i tentativi della sua giunta di una partecipazione dal basso per individuare lo sviluppo del territorio, coinvolgendo poi l'università "d'Annunzio".
Nell'intervento finale, presidente della Regione, ha detto che "la città è il luogo dove si scambiano le idee, indispensabili contro la periferizzazione, divenuta emergenza. Il tema principale è la qualità della vita, intesa come cultura, abitare e rigenerazione, esperienze impossibili senza il privato, quale fornitore di risorse e di qualità della veduta. Per questo, la comunità deve essere motore delle decisioni, sulle quali il legislatore poi mette l'ultima parola. L'dea della "Grande Pescara" non deve inchinarsi solo agli uffici dell'anagrafe, ma deve portare in sé un'attrattiva potente perché la città nasce dalla bellezza, dalla responsabilità, dall'innovazione e dalla partecipazione. Se mi portate un semilavorato su queste idee, siamo pronti a discuterne".