Bilancio 2018 Gdf 20 casi indebita percezione fondi, altri 2019
Venti persone indagate e 20 sequestri per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro in altrettanti filoni di inchiesta scattati nel 2018 per indebita percezione di contributi per la ricostruzione dell'abitazione principale danneggiata dal terremoto dell'Aquile del 6 aprile 2009, ma anche altri casi di irregolarità già scoperti che saranno ufficializzati nel 2019. A dieci anni di distanza non si ferma l'azione della Guardia di Finanza dell'Aquila, in particolare del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, su coordinamento della Procura della repubblica dell'Aquila nel contrasto alle indebite percezioni di fondi per interventi nelle case inagibili gestiti con affidamenti diretti per via della deroga alle norme sugli appalti. In una nota, le fiamme gialle dell'Aquila hanno sottolineato che in alcuni casi ci sono stati dissequestri perché i presunti responsabili hanno restituito il maltolto consentendo al Comune di recuperare i fondi "in tempi molto rapidi e senza l'avvio di lunghe e dispendiose procedure esecutive". La Gdf ha spiegato anche che "l'efficacia dell'azione svolta è anche frutto di virtuose sinergie operative con la Polizia Municipale Aquilana che hanno permesso di ottimizzare sia il patrimonio conoscitivo degli investigatori che le modalità di ricerca degli elementi indizianti". "Lo sforzo per il ripristino della legalità sostenuto dalle Fiamme Gialle nell'ambito della ricostruzione post-sisma continuerà con il massimo impegno anche nel corrente anno che, come noto, segna la ricorrenza del decennale del terremoto che ha colpito il territorio abruzzese - si legge ancora nella nota. Le articolate indagini hanno evidenziato che, nonostante i richiedenti avessero attestato di dimorare stabilmente in un immobile di proprietà, dichiarato gravemente danneggiato (classificato E) a seguito del terremoto del 6 aprile 2009, in realtà, all'epoca del sisma, gli immobili medesimi (tutti nel capoluogo aquilano) risultavano locati a terzi o, comunque, non adibiti ad abitazione principale e, pertanto, non integranti le condizioni per l'ottenimento del contributo. Da qui l'accusa di indebita percezione di erogazione a danno dello Stato. La magistratura ha espresso plauso e soddisfazione non solo per l'efficacia dell'azione di contrasto svolta dagli investigatori ma anche per la sua portata dissuasiva nei confronti dei potenziali richiedenti privi dei necessari presupposti.