Il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli: “Verità e propagande sulla storia di Atessa e dei piccoli ospedali. Quando si governa, bisogna assumersi le proprie responsabilità e smetterla con la demagogia”
“Il polverone sui piccoli ospedali è alle stelle, ma speriamo che prima o poi si diradi”: è quanto afferma il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, che spiega: “Il 5 luglio la Regione Abruzzo ha presentato ai ministeri romani la Tabella “C”, che riprogramma la rete ospedaliera nella nostra regione, e prevede, per Atessa, all'interno della legislazione vigente, il riconoscimento di nosocomio di area disagiata. Il 26 luglio, su questa riprogrammazione, si pronuncerà il Tavolo di monitoraggio romano (Stato-Regioni). Questi sono i fatti, per quanto ci riguarda”.
“C'è tuttavia - evidenzia Borrelli - una rincorsa, tra i partiti, a presentarsi, adesso, come paladini dei piccoli ospedali con le più disparate iniziative. I 5Stelle e il centrodestra fanno una grande confusione. Su Atessa, non c’è stata solo una mozione, né dichiarazioni di buona volontà, ma ben due delibere di giunta regionale e adesso l’inserimento nella riprogrammazione della rete ospedaliera. Mistificano, dunque, o non conoscono come funziona la materia neppure ora che sono arrivati al governo. Il decreto ministeriale Lorenzin ha valore di legge, perché è un regolamento attuativo della legge quadro, quindi la legge regionale nulla può da sola. Si chiama gerarchia delle fonti. Lo ha detto e ribadito la Consulta, non io.
La vicenda dell'ospedale di Atessa - spiega Borrelli - è diversa dalle altre perché è inserita in un percorso all'interno del decreto Lorenzin. E' stata riconosciuta dalla Regione Abruzzo una deroga, prevista dallo stesso decreto, per l’area disagiata. Gli altri piccoli ospedali (Gissi, Casoli, Guardiagrele, Pescina, Tagliacozzo) sono stati, invece, cancellati come presidi ospedalieri e riconvertiti con un decreto del governo nel 2010.
Quello che ho dichiarato, quindi, prescinde dalla vicenda di Atessa, che sta seguendo un suo iter, secondo la normativa vigente. Sono intervenuto nel dibattito, con la mia proposta, per dire a amministratori e partiti: se volete davvero riaprire gli altri piccoli ospedali, già chiusi, dobbiamo modificare la legislazione nazionale, che prevede la cancellazione dei nosocomi con meno di 20 mila accessi all'anno nel pronto soccorso, con l'unica eccezione delle aree disagiate. Per questo - conclude il sindaco di Atessa - chiedo a tutti i parlamentari abruzzesi, di maggioranza e di minoranza, di seguire la via maestra e presentare insieme una proposta per rivedere il decreto Lorenzin, nella parte che riguarda i piccoli ospedali. Imboccare scorciatoie regionali, come vorrebbero fare i cinquestelle e alcuni esponenti di centrodestra, aumenta il polverone e non porta da nessuna parte. Quando si governa, bisogna assumersi le proprie responsabilità e smetterla con la propaganda”.