Firmato a poco più di un mese dal primo incontro con le tre sigle sindacali confederali, Chieti il protocollo con cui il Comune di Chieti avvia, primo in Abruzzo, la contrattazione sociale territoriale. Si tratta di un confronto costante e aperto con le parti sociali, avviato in molte realtà europee, su argomenti che riguardano il sociale e il territorio. Stamane in Comune la firma in presenza del sindaco Diego Ferrara, degli assessori a Personale, Politiche Sociali e Bilancio Enrico Raimondi, Mara Maretti e Tiziana Della Penna e ai rappresentanti sindacali Antonio Cardo per la Uil, Manola Cavallini per la Cgil e Lucio Petrongolo della Cisl, nonché i responsabili delle rispettive federazioni della Funzione Pubblica, insieme ai quali è stato stilato il documento.
“Una firma che ci riempie di orgoglio, perché è un risultato importante destinato ad incidere positivamente sulla qualità dell'azione di governo – così il sindaco Diego Ferrara e gli assessori Raimondi, Maretti e Della Penna – perché la concertazione è sicuramente una scelta politica, ma è anche la via più trasparente e concreta per governare, facendo del dialogo uno strumento operativo, tant’è che abbiamo dato all’intesa il nome di “Patto per il rilancio della città di Chieti”. Grazie dunque alle parti sociali per il ruolo di proposta e confronto che ha accompagnato la gestazione di questa intesa con cui potremo perfezionare “accordi” capaci di dare risposta ai bisogni della cittadinanza e di specifici gruppi sociali in senso più ampio e inclusivo possibile. Soprattutto in questa fase di difficoltà finanziaria è necessaria una condivisione con le parti sociali per gli obiettivi comuni e per non fare una politica di tagli, ma riqualificazione della spesa coerentemente a quanto stabilisce in tal senso anche il piano di riequilibrio.
L’intesa interviene su vari campi, in primis quello sociale, dove più pressanti sono i bisogni sentiti dalla cittadinanza, specie a fronte della pandemia, ma decideremo insieme anche le politiche da mettere in campo per favorire l’incrocio fra la domanda e offerta di lavoro, sulla tassazione locale, sulla salvaguardia dell’ambiente e sull’inclusione sociale e la tutela di chi vive condizioni di disabilità. Idee che non resteranno sulla carta, porteremo avanti quelle possibili, facendo riferimento alla capacità di spesa del Comune, in modo da poter valutare modalità e tempi di realizzazione. Ci interessa favorire un cammino di crescita e proposta a vantaggio della città e delle sue parti più vulnerabili e questo cammino oggi a Chieti è iniziato”.
“Le Organizzazioni sindacali di CGIL, CISL e UIL della provincia di Chieti con le loro rispettive Federazioni dei Pensionati, esprimono un parere ampiamente positivo sulla concretizzazione del percorso che li ha visti firmare con il comune di Chieti un protocollo di relazioni sindacali in materie di contrattazione sociale – riferiscono i firmatari delle parti sociali - Un epilogo, quello del protocollo sottoscritto oggi, che apprezziamo e che accoglie le richieste fatte da Cgil, Cisl e Uil e dalle loro strutture dei Pensionati. Abbiamo giudicato favorevolmente la concessione di un tavolo negoziale fatta dall’Amministrazione comunale di Chieti, che fin dai primi incontri si è dimostrata attenta a voler condividere con le parti sociali un protocollo di relazioni sindacali su temi importanti, che hanno a che fare con il Welfare sociale e politiche di sviluppo della città. Riteniamo che il protocollo sottoscritto possa determinare, se applicato nella sua integralità e con risorse messe a disposizione degli enti locali, una risposta alle fasce più deboli della popolazione locale, una risposta alle aspettative della popolazione sui livelli della qualità dei servizi e favorire un percorso di crescita della città. Come Cgil, Cisl e Uil della provincia di Chieti abbiamo l’esigenza di divulgare la contrattazione sociale e il modello di concertazione bilaterale condiviso con il comune di Chieti nel protocollo oggi sottoscritto. Come organizzazioni sindacali confederali pensiamo, che in una società dove la pandemia ha complicato ancora di più le problematicità che le fasce più deboli vivono, il valore della condivisione e dell’apporto che le parti possono dare nell’affrontare la complessità dei problemi sia una risorsa per tentare di mitigare le difficoltà”.