"Procedere urgentemente all'approvazione di un provvedimento governativo che tuteli i lavoratori, salavaguardi i risparmiatori e che garantisca il risanamento della banca in sinergia con l'intervento del fondo interbancario di tutela dei depositi". Lo chiedono Cgil Abruzzo Molise e Fisac Cgil Abruzzo Molise, dopo il commissariamento della Banca Popolare di Bari da parte di Bankitalia, ricordando che "l’istituto bancario ha 99 sportelli nella regione Abruzzo, con circa 800 dipendenti, e annovera un’assidua attività bancaria, prevalentemente tra le provincie di Teramo e Pescara; tutto ciò, dopo aver rilevato, solo nel 2014, le banche Tercas e Caripe". "Il futuro della Popolare di Bari - sottolineano le segreterie regionali delle due sigle - inciderà profondamente sulle dinamiche economiche della nostra regione, in particolare per l’attività delle micro e piccole imprese a cui occorre un forte sostegno creditizio. È necessario proteggere il risparmio degli abruzzesi che abbisogna di tutele e di grande fiducia. Occorre garantire stabilità occupazionale alle lavoratrici e ai lavoratori della Banca che hanno dimostrato dedizione al lavoro ed una grande professionalità, nonostante continue vessazioni e forti pressioni commerciali". Auspicando "massima chiarezza su quanto accaduto" e confidando "sull'operato della magistratura e sull'operato della Commissione d'inchiesta parlamentare sulle banche", Cgil e Fisac chiedono: "un incontro immediato con il Presidente della regione, Marsilio per discutere della crisi in atto e per ribadire la necessità di un forte interessamento del Governo regionale perché si faccia promotore, insieme alle forze sociali ed economiche, di un intervento pubblico che possa dare prospettive alla Banca più grande del Sud Italia, in ragione delle enormi ricadute socio-economiche sul territorio; un incontro con i parlamentari eletti in Abruzzo per valutare le azioni da mettere in campo già dai prossimi giorni a supporto della vertenza".