La Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado della Corte di Assise d'Appello di Trieste che aveva condannato a 21 anni di reclusione don Paolo Piccoli, sacerdote incardinato nella diocesi aquilana, per omicidio di un prete che viveva con lui in un seminario per pensionati a Trieste. A richiedere l'annullamento del processo era stato anche il procuratore generale. Il nuovo processo di secondo grado si svolgerà davanti alla Corte di Assise di Appello di Venezia. Il fatto risale al 25 aprile 2014.
Secondo l'accusa don Paolo Piccoli, 56 anni, in pensione per motivi di salute, ex parroco di Pizzoli e Rocca di Cambio in provincia dell'Aquila, era accusato di avere strangolato Giuseppe Rocco, prete di 92 anni, per il furto di alcuni oggetti sacri. Secondo quanto si è appreso la decisione della Cassazione riguarderebbe la violazione del diritto alla difesa per la mancata presenza di consulenti di parte dell'imputato in occasione della perizia relativa agli accertamenti tecnici del Ris di Parma sulle tracce di sangue e alla consulenza autoptica: prove che, secondo la corte, non sarebbero state ammissibili.
Il ricorso in Cassazione è stato presentato dall'avvocato aquilano Vincenzo Calderoni, legale di don Piccoli, che ha sempre respinto ogni addebito. "La Cassazione afferma un principio di diritto - ha spiegato il difensore - che ben due corti d'Assise hanno disapplicato, così sbagliando e costringendo Piccoli a vivere sotto processo per nove anni con una condanna a 21 anni di reclusione".