Si tratta di due trentenni, M.L e G.P, residenti rispettivamente a Quadri e a Borrello, ma di fatto domiciliati ad Atessa e che attualmente si trovano ristretti presso la Casa circondariale di Rieti in attesa del giudizio di convalida che si terrà in settimana.
Da alcuni giorni i militari tenevano sotto osservazione i movimenti in ingresso e in uscita di un’abitazione in località Colle Giannico, che dalle informazioni raccolte era sede di una fiorente attività di spaccio, notizie poi avvalorate dalla effettiva frequentazione dell’abitazione da parte di noti consumatori di sostanze stupefacenti emersa durante gli appostamenti. La decisione di entrare in azione è scattata sabato pomeriggio quando sono stati fermati e perquisiti due giovani fratelli, di cui uno minorenne, entrambi noti consumatori, visti entrare e poi uscire dall’abitazione degli arrestati e trovati in possesso di una piccola quantità di hashish per uso personale. Un blitz rapido che ha preso di sorpresa gli arrestati che evidentemente si sentivano tranquilli tant’è che uno di loro aveva aperto la porta d’ingresso senza neanche un po' di prudenza e solo quando vedeva in volto il militare, seppur in borghese, realizzava che si trattava probabilmente di un carabiniere. Vano, il goffo gesto di richiudere la porta e il successivo tentativo di disfarsi di parte della droga, in particolare della cocaina, scappando velocemente in camera da letto braccato dal carabiniere che subito lo immobilizzava. Una volta entrati all’interno dell’abitazione i militari identificavano cinque persone, tra cui una ragazza minorenne di Lanciano e in sede di perquisizione sequestravano un ingente quantitativo eterogeneo di droghe: hashish, cocaina e marjuana, per un totale circa 300 grammi, con diverse dosi già pronte, materiale per il confezionamento e la pesatura, quasi mille euro in contanti. Lo stupefacente una volta venduto avrebbe fruttato almeno 10.000 euro.
Dei cinque presenti, veniva tratto in arresto l’affittuario dell’appartamento, un operaio incensurato e il cugino ospite da circa un mese, disoccupato, persona già nota per i medesimi reati contestati. L’abitazione non solo era un centro di spaccio di droghe leggere e pesanti e per tale motivo destinate ad un’ampia clientela, dal ragazzo acquirente di marijuana e hashish alla persona più matura acquirente e consumatore di cocaina, ma era anche luogo di effettivo consumo, situazione questa avvalorata dal fatto che in un piatto vi era una banconota da cinque euro arrotolata e una “striscia” di cocaina pronta per essere sniffata dai presenti.