E' stato fatto esplodere alle 15:53, nella cava della ditta Celi di Massa d'Albe, l'ordigno bellico AN-M65 di 454 kg risalente alla Seconda guerra mondiale, ritrovato durante lo scavo di un'abitazione in pieno in centro ad Avezzano (L'Aquila) l'11 febbraio scorso.
Alle 13 la bomba d'aereo americana da 1000 libbre era stata posizionata nel fornello di brillamento costruito dai militari del Sesto Reggimento Genio Pionieri dell'Esercito Italiano, alle 14.45 il fornello è stato chiuso e l'ordigno caricato con panetti di tritolo per il successivo brillamento. Nel frattempo gli operatori della Croce Rossa e i volontari hanno riaperto i varchi e trasportato, dall'Interporto dove avevano trovato ricovero, tutti gli anziani allontanati dai centri in zona rossa.
Ventimila mila cittadini avezzanesi sono stati evacuati ed hanno lasciato le loro abitazioni per ragioni di sicurezza: la bomba aveva un raggio di azione di 1480 metri pertanto la precauzione è stata massima. Diversi sono stati gli incontri in prefettura tra protezione civile e forze dell'ordine con l'amministrazione comunale, responsabile in prima linea delle operazioni e dell'informazione dei cittadini per l'individuazione delle zone sicure dove poter far stare i cittadini fino alla fine delle operazioni. Bloccata anche la circolazione ferroviaria.
"Un operazione finita bene" dice il sindaco Gianni Di Pangrazio che ringrazia il 6° Reggimento Genio Pionieri, il colonnello Izzo e il Tenente colonnello Pescatore, "per l'ottimo lavoro che hanno fatto e tutte le autorità e le associazioni che hanno partecipato a questa "avventura difficile". "Tutto è andato a buon fine non solo per il grande supporto della Protezione civile, delle forze dell'ordine, della Croce Rossa e di tutto volontariato di Avezzano e della Marsica, ma ringrazio in particolare i cittadini di Avezzano che hanno dimostrato di saper rispettare le regole e di sapere affrontare i momenti difficili con la giusta serenità, un grande senso civico e di responsabilità".